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gemino amore del bello 197

ha al sole (da cui sua luce vita e perfezion dipende) è come di femmina al maschio, e quello amore la fa essere sollicita a l’unione del sole. Ha ancora la luna amore al mondo terreno come maschio a femmina, per farlo perfetto con la luce e influenzia che riceve dal sole, e però fa sue mutazioni simili a quelle de l’anima, le quali non dichiaro per esempli per non essere piú longo in questa materia. Solamente ti dico che, come trasporta l’anima con sue mutazioni la luce de l’intelletto nel mondo corporeo per l’amore che ha a tutti due, cosí la luna transferisce la luce del sole nel mondo terreno per l’amor che ha a tutti due.

Sofia. Questo resto di conformitá mi piace, e certo di questa materia assai m’hai acquietata la mente.

Filone. Ti pare, o Sofia, per questa longa interposizione di consentire che l’anima nostra, quando contempla con intentissimo amore e desiderio in un oggetto, possi e soglia abbandonare i sensi con altre virtú corporee?

Sofia. Si può senza dubbio.

Filone. Non è dunque giusta la tua querela contra di me, ché quando tu, o Sofia, m’hai veduto rapito dal pensiero senza sentimenti, era allor mia mente con tutta l’anima sí ritirata a contemplare l’immagine di tua bellezza, che, abbandonati il vedere e l’udire insieme col movimento, solamente quello che hanno ancor gli animali bruti mi portava per quella via, la quale prima da me fu desiderata; sí che se lamentar ti vuoi, lamentati pur di te, che a te stessa hai serrate le porte.

Sofia. Pur mi lamento che possi e vagli in te, piú che mia persona, l’immagine di quella.

Filone. Può piú, perché giá la rappresentazione di dentro a l’animo precede a quella di fuore, però che quella, per essere interiore, se ha giá possessionato di tutti gl’interiori. Ma puoi giudicare, o Sofia, che se tua immagine riceverti seco non vuole, che sarebbe impossibile che l’altrui in sua compagnia ricevessi.

Sofia. Aspera mi pingi, o Filone.

Filone. Anzi ambiziosissima, che robbi me, te e ogni altra cosa.