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194 iii - de l’origine d’amore

somma destruzione e sommo difetto de l’anima; e per questo dice David a Dio, pregando: «Libera da destruzione l’anima mia, e di poter de’ cani la mia unica».

Sofia. Mi piace non poco questo residuo del simulacro de l’anima corrotta oscura e bestiale all’eclissata luna; solamente vorrei sapere se l’eclissi del sole ha ancora qualche simile significazione.

Filone. L’eclissi del sole non è difetto di luce nel corpo d’esso sole, come l’eclissi de la luna: però ch’il sole mai si truova senza luce, conciosiaché quella sia sua propria sustanzia, ma il difetto è in noi altri terreni, che, per l’interposizione de la luna in mezzo di lui e noi, siamo privi de la sua luce e rimaniamo oscurati.

Sofia. Questo intendo; ma dimmi, qual somiglianza ha con l’intelletto?

Filone. Cosí l’intelletto non è mai privo né difettuoso di luce sua intellettuale, come interviene a l’anima: però che la luce intellettiva è de l’essenzia de l’intelletto, senza il quale non arebbe essere, e ne l’anima è partecipata da esso intelletto. Onde, per l’interposizione de la terrestre sensualitá fra lei e l’intelletto, al modo de la luna s’eclissa e fa oscura e priva di luce intellettuale, come ti ho detto.

Sofia. Ben veggo che son simili il sole e l’intelletto ne la privazion del difetto in se medesimi; ma nel difetto di luce che causa l’eclissi solare in noi, per interposizione della luna fra noi ed esso, qual somiglianza ha con l’intelletto?

Filone. Cosí come interponendosi la luna fra il sole e noi altri terreni, ne fa mancare la luce del sole, ricevendola lei tutta ne la sua parte superiore [e] restando a noi l’altra inferiore oscura; cosí quando s’interpone l’anima fra l’intelletto e il corpo, cioè coppulandosi e unendosi con l’intelletto, riceve l’anima tutta la luce intellettuale ne la sua parte superiore e da la parte inferiore corporea resta oscura, e il corpo da lei non illuminato perde l’essere, e lei si dissolve da lui. E questa è la felice morte che causa la coppulazione de l’anima con l’intelletto, la quale hanno gustata i nostri antichi beati Moisé