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giove e giunone 123

de le cose creò Iddio il cielo e la terra. E dicono che Iunone uscí prima dal ventre de la madre, perché intendevono che la formazione di tutto l’universo principiasse dal centro e che fusse cosí successivamente, salendo fino a la circunferenzia ultima del cielo, come arbore che vada crescendo fino a la cima: conforme al detto del salmista, che dice, nel dí che creò Dio terra e cielo, che antepose ne l’ordine de la creazione l’inferiore al superiore corporeo. E si chiamano congiunti in matrimoni perché (come di sopra t’ho detto) il mondo celeste è vero marito del mondo elementale, che è la sua vera moglie, l’uno agente e l’altro recipiente; e si chiama Iunone perché giova, quasi come la derivazione di Giove, perché ambidui giovano a la generazione de le cose, l’uno come padre e l’altro come madre; tutta volta Iunone si dice dea de’ matrimoni e lucina de le parturite, perché ella è virtú governatrice del mondo, de la coniunzione degli elementi e de la generazione de le cose.

Sofia. Mi basta questo de la loro coniunzione. Dimmi ora de la loro generazione, di Ebe femmina e di Marte maschio.

Filone. Fingono che stando Apollo in casa di Giove suo padre, diede mangiare a Iunone sua matrigna lattughe agreste fra l’altre cose: onde essa, essendo prima sterile, di subito s’ingravidò e parturí una figliuola chiamata Ebe, la quale per la sua bellezza fu detta dea de la gioventú e maritossi con Ercole.

Sofia. Qual’è l’allegoria?

Filone. Essendo il sole, che è chiamato Apolline, in casa di Giove suo padre, cioè in Sagittario che è il primo domicilio di Giove, e di lí fin a Pesce, che è il secondo segno di Iove nel zodiaco (e questo è da mezzo novembre fin a mezzo marzo), per il gran freddo e molta umiditá di essi mesi s’ingravidò Iunone, che è il mondo elementale: e questo s’intende quando si dice Apollo avergli dato mangiare lattughe agreste, le quali son molto fredde e umide, le quali due qualitá fanno ingravidare la terra, essendo sterile de l’autunno passato, e le radici de le semente de le cose principiano allora a pigliare virtú germinativa, che è vera concezione; ed ella viene a parturire