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104 ii - de la comunitá d’amore

Lisania d’Arcadia che, andato in Atene e trovato quelli popoli rozzi e di bestiali costumi, non solamente gli donò la legge umana ma ancora mostrò loro il culto divino, onde essi lo pigliorono per re e l’adoravano per dio, chiamandolo Iuppiter per la participazione de le sue virtú; similmente Iuppiter cretense, figliuolo di Saturno, che per l’amministrazione che fece in quelle genti, vietandoli il mangiare carne umana e altri riti bestiali e mostrandoli i costumi umani e le cognizioni divine, fu chiamato Iuppiter e adorato per dio, per essere al parer loro messo di Dio e formato da esso, il quale loro chiamavano Iuppiter.

Sofia. Chiamavano forse li poeti questo sommo Dio per altro nome proprio.

Filone. Propriamente il chiamavano Demogorgone, che vuol dire dio della terra, cioè de l’universo, o vero iddio terribile, per essere maggiore di tutti. Questo dicono essere il produttore di tutte le cose.

Sofia. Doppo il sommo Dio, che altri dèi pongono i poeti?

Filone. Pongono prima i dèi celesti, come sono Polo, Cielo, Etere e i sette pianeti, cioè Saturno Iuppiter Marte Apollo (o sia il sole) Venere Mercurio Diana (o sia la luna), i quali tutti chiamano dèi e dee.

Sofia. Con qual ragione applicano la deitá a le cose corporee, come son queste celesti?

Filone. Per la loro immortalitá luciditá e grandezza, e per la loro gran potenzia ne l’universo, e massimamente per la divinitá de l’anime di quelli, i quali sono intelletti separati da materia e corporeitá, puri e sempre in atto.

Sofia. Stendesi piú il nome di Dio appresso gli antichi?

Filone. Sí, che discende nel mondo inferiore; perché li poeti chiamano dèi gli elementi, mari, fiumi e le montagne grandi del mondo inferiore; chiamano a l’elemento del fuoco Iuppiter, a quel de l’aere Iunone, e all’acqua e al mare Nettunno, a la terra Ceres, e al profondo di quella Plutone, ed al fuoco misto combuante dentro la terra Vulcano, e cosí molti altri dèi de le parti de la terra e de l’acqua.