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amore e armonia celeste 95

gli corpi celesti, oltr’a l’amore che hanno a le cose del mondo inferiore, s’amano reciprocamente l’uno l’altro. Però che, attento, ché fra loro non è generazione; la qual mi par potissima cagione de l’amore fra le cose de l’universo. Parrebbe per questo non dovesse essere fra loro il reciproco amore e la convertibile dilezione.

Filone. Se ben fra li celesti manca la recidiva e mutua generazione, non però manca fra lor il perfetto e reciproco amore. La causa principal che ne mostra in lor amore è la lor amicizia e armoniaca concordanzia, che perpetuamente si truova in loro; ché tu sai che ogni concordanzia procede da vera amicizia o da ver amore. Se tu contemplassi, o Sofia, la correspondenzia e la concordanzia de li moti de’ corpi celesti (di quelli primi che si muoveno dal levante al ponente, e di quegli altri che si muoveno al contrario da ponente in levante; l’uno con moto velocissimo, l’altro con men velocitá; alcuni tardi e alcun’altri tardissimi; qualche volta si muoveno diretti e qualche volta retrogradi; e qualche volta stanno quieti in la stazione appresso la direzione, e ne l’altra appresso la retrogradazione; qualche volta si diverteno verso il settentrione, qualche volta verso mezzogiorno, qualche volta vanno per mezzo il zodiaco; e un di loro, qual è il sole, non si parte mai da quella via diritta del zodiaco, né mai va verso settentrione, né verso mezzogiorno, come fanno tutti gli altri pianeti); e se tu conoscessi il numero degli orbi celesti, per li quali son necessari li diversi moti: (le sue misure, le sue forme e posizioni, e’ suoi poli, e’ suoi epicicli, e’ suoi centri ed eccentrici: un ascendente, l’altro discendente, uno oriental del sole, l’altro occidentale; con molt’altre cose, che sarebbe cosa longa da dire in questo nostro parlamento); — vedresti una sí mirabil corrispondenzia e concordia di diversi corpi e di difformi moti in una armonial unione, che tu restaresti stupefatta de l’advedimento de l’ordenatore. Qual dimostrazione di ver amore e di perfetta dilezione de l’uno a l’altro è maggiore, che vedere una sí suave conformitá posta e continuata in tanta diversitá? Pittagora diceva che movendosi li corpi