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CAPITOLO VIII.
Da Adua a Axum. — Panorama della città. — L’obelisco. — Avanzi antichi. — La chiesa. — Ritorno in Adua. — Costumi degli Abissinesi. — Rito religioso. — Caste sociali. — Carattere della popolazione. — Clima. — Visite noiose. — Un ordine reale. — Amministrazione. — Tradizioni. — Agricultura. — Carovana dello Scioa. — Una refezione all’abissinese.
Per riprendere il filo del nostro itinerario montiamo a cavallo la mattina di mercoledì 19, e seguiti da poche provvigioni ci interniamo in direzione ovest in un labirinto di alture aride e quasi spopolate, delle quali alla vetta delle più alte sorge quasi sempre una chiesa. Avanti a noi, un po’ a sud, nella poco limpida atmosfera si distingue a quando a quando il profilo dell’imponente gruppo del Semien. Facciamo breve sosta presso un pozzo naturale, scendiamo in un vasto piano che alcuni miserabili stanno preparando alla coltivazione, lo attraversiamo, e una colonna rettangolare che scorgiamo ai piedi delle estreme falde di una altura che fronteggiamo, ci indica vicina la meta. Girando infatti sulla destra e oltrepassando un’incassatura fra rocce, ci si presenta distesa ai piedi di un catena di alture, Axum, le cui capanne riposano all’ombra di gruppi di tamarindi e tuje pendule.
Nel mezzo, nascosto dalle fronde, appare come l’avanzo di un castello merlato, a nord-ovest l’obelisco fiancheggiato da un enorme sicomoro.