Pagina:AA. VV. - Il rapimento d'Elena e altre opere.djvu/207

rivolsero l’armi. Rettamente pertanto la pensarono i Numi, ed io co’ lor sentimenti posso ragionevolmente il mio discorso ingrandire: che in verità Ella fu a parte di moltissima beltà, la più venerabile, la più onorevole, la più 1 divina cosa del Mondo. Ed è ben facile concepirne il valore: imperciocchè v’hanno assai cose, che appariscono d’onor più degne, che non quegli uomini, i quali a parte sono o della fortezza, o del sapere, o della giustizia. Ma in persone, che di beltade affatto scarseggiano, nulla ritroveremo, che ad amarle c’inviti: ed ogni cosa pur merita d’essere disprezzata, che in sè medesima idea di bellezza non abbia, e la virtù per questo solo al sommo grado s’innalza, ch’essa è il più bello di qualsivoglia ornamento. Forse alcuno potrà comprendere, quando d’ogn’altro bene pregevole sia la beltà, dalla stessa disposizione, per cui a ciascuno de’ begli oggetti siam tratti. Vediamo in realtà, che di qualunque altra cosa, che in uso abbiamo, da noi solo si cerca di conseguire il possesso, nè intorno alla medesima da verun’altra maggior passione è l’animo nostro agitato. Ma l’affetto alle cose belle è nato con noi, e tanto ha maggior forza d’obbligare la nostra volontà, quanto in se stessa ha la cosa più merito. Invidia portiamo a coloro, che o nel sapere, o in altre doti sono eccellenti, quando ogni giorno allettati non siamo co’ benefizj, e quasi ad amargli obbligati.

  1. Espressioni, che meritano compatimento in un Gentile