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nota 81


V

NICCOLA MUSCIA

Cosi chiamato in B (n.° 338), probabilmente perché figliuolo d’un Muscia. Le varie identificazioni di lui con un Muscia da Siena, cui è attribuito un son. dell’Angiolieri (p. 84), o con quel Niccolò de’ Salimbeni senese ricordato da Dante (In/., XXIX, 127) non hanno serio fondamento. Quanto al Muscia fiorentino di un son. (xxix) di Rustico Filippi, si potrebbe solo pensare che fosse il padre del rimatore, non lui stesso (come parve al Pèrcopo, La poesia giocosa, pp. 75 e 77).

1 «chonpastello»; — 12 «arrenato»: cattiva trascrizione di «arreuato».

VI

TENZONE TRA DANTE ALIGHIERI

E FORESE DONATI Nella tradizione manoscritta ci è giunta spezzata: un gruppo di testi reca i sonn. 1 e 4-6, un altro 3 e 2. Pei criteri, a cui mi sono ispirato nel risolvere la vessata questione della disposizione da dare a tutta la serie, rinvio ad una mia prossima comunicazione sull’argomento. Dei sonn. 1 e 4-6 il testo è stato costituito su B, n.i 132-5; dei due rimanenti, sul Laurenziano-Rediano 184, cc. 73 v-74 r, giusta una copia cortesemente favoritami dal prof. G. Lega. — Sulla tenz. si veda: Del Lungo, Dante ne’ tempi di Dante, Bologna, 1888, pp. 435-61; M. Chini, in Giorn. dant., VIII, 145-63; Torraca, in Bibl. d. sc. ital., X (1904), n.i 12-3, e cfr. V. Rossi, in Bull. d. Soc. dant., N. S., XI, 289-305; A. Zenatti, Int. a Dante, Palermo, Sandron, s. a., ma 1916, pp. 73-106, e cfr. V. Rossi, in Bull. cit., N. S., XXIII, 71-2. — Di Forese, detto Ricci, di messer Simon Donato di messer Forese Donati, il Del Lungo trovò che fu sepolto in S. Reparata il 28 luglio 1296 (Dino Compagni e la sua Cron., II, 611). Superfluo ricordare il celeberrimo episodio dantesco (Purg., XXIII-XXIV).