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52 xxiv - pieraccio tedaldi

E, se Iddio non ci pone la sua mano,
io veggo il mondo in si fatta fortuna,
11che la fé perderá ciascun cristiano.
Donna del ciel, del sole e de la luna,
pregate il vostro figlio prossimano
14che mandi via da noi questa fortuna,
e che non guardi a la nostra malizia:
per Dio, misericordia e non giustizia!

XXXIV

Conforta un amico esiliato da Firenze.

Poi che la ruota v’ha vólto nel basso,
messer Simone, abbiate franco cuore,
e non pigliate cruccio né rancore,
4e non usate dire: — Oimè lasso! —
Ché, se voi siete mò privato e casso
de la cittade nobile del fiore,
dentro vi tornarete a grande onore,
8e fiorirete dove siete passo.
Ch’i’so che siete di questo innocente,
pel fallo altrui da’ vostri ben cacciato:
11a Dio ne ’ncrescerá ed a la gente,
per modo, che sarete raccettato
da ciascadun, che dentro v’è possente,
14e come non colpevole onorato.
Se arete con ragion la sofferenza,
voi tornarete lieto entro in Firenza.

XXXV

Rimprovera un mancator di parola

Oggi abbián lunedi, come tu sai;
domani è martedí, com’è usato;
mercoledí è l’altro nominato;
4poi giovedí, el qual non falla mai.