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xxiv - pieraccio tedaldi 45

XX

Venezia e Firenze abbatteranno la potenza di Mastino II della Scala.

Ceneda e Feltro e ancor Montebelluni,
Trevigi ed anche Padua e Vicenza
avea messer Mastino a ubidienza,
4Verona, Parma, Brescia, Lucca e Luni.
E contento non fue, ma ésca e funi
iacea per prender Vinegia e Firenza;
ma lor, per iscarcar la sua potenza,
8forte s’armaron con terribil pruni.
E san Giovanni, il gran baron Battista,
per la Dio grazia avrá tanto potere,
11insieme con san Marco vangelista,
che da la scala il faranno cadere
a poco a poco: e giá sen vede vista
14da raffrenare il suo gran malvolere.

XXI

Infatti si scorge il principio della sua rovina.

San Marco e ’l doge, san Giuvanni e ’l giglio
hanno si accanato il gran Mastino,
che da la scala è sceso alquanto al chino
4ed è per trarripare al gran periglio,
s’él non è savio ed ha savio consiglio,
che faccia ciò, che vuole il fiorentino
col veneziano suo compagno fino,
8che son di gran possanza e fiero piglio.
Ma, s’e’ vorrá pur essere ostinato
credendosi poter lor resistire
11per sofferenza, come ha ’ncominciato,
colla coda tra gambe giá fuggire
lo veggo, in ver’ Verona seguitato,
14temendo con sua gente del morire.