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28 xxiii - tenzoni di rimatori perugini


4 — CUCCO
Rileva le contraddizioni dell’amico e cerca di disilluderlo su Bartoluccio.

Poi che disdice, non se’ di lignaggio,
ed ogni tuo parlar par che sia fuia;
onde curo di te men, che di luia,
4ch’èsse del fuoco, e non fa alcun dannaggio.
Ed anco il tuo parlar par men, che saggio:
ché prima dice che l’aveste a ’ngiuia,
e poi de la’mpromessa fai tal giuia,
8come s’a noi avesse fatt’omaggio.
Però ti dico che te stesso inganni,
ché tale impromessione aspette a tempo;
11non ti racorda la canzon di Gianni?
Io credo, dico, che prima e non dèmpo
la nova vesta a vera quel Giasonne,
14che conquistò ’l monte cacciando donne.
Se di ciò gode, tu fai come rede,
che de picciola cosa tutto frizza,
poi nel contrario tosto si dirizza.
La tua polizza è de quelle de Ciuccio
di Simonello, e non de Bartuluccio.

X

TENZONE
TRA SER CECCO NUCCOLT E GIRALDELLO


I — SER CECCO
Vorrebbe vendicare un’ingiuria fatta alla sua somara.

S’io potesse saper chi fu ’l villano,
che prese tanto ardir, per quel, ch’i’oda,
ch’a monna Raggia mia trasse la coda,
4fariel grattar con ambedue le mano;