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otto anni. Un giorno il bimbo cadde dalla finestra, battendo sul selciato sottostante. L’altezza e il modo della caduta impongono di credere, scrisse allora Olimpia all’antico ospite e protettore Hermann, che solo un miracolo divino abbia salvato il ragazzo dalla morte (lett. XXII). Da Wúrtzburg i coniugi passarono a Schweinfurt, cittá natale di Grunthler, ivi chiamato a prestar servizio sanitario presso le truppe spagnuole, che erano in Germania. Colá rimasero tranquilli per qualche tempo; ma, quando Alberto di Brandeburgo, irrequieto e sitibondo di potere, scelse Schweinfurt come stanza delle bande, che lo seguivano, la pace esulò dalla casa di Olimpia per non tornarvi mai piú. Giá il fiero signore cominciò a taglieggiare i miseri abitanti: poi sopravvennero gli avversari, che intrapresero l’assedio della cittá. La popolazione, sotto i colpi incessanti delle artiglierie nemiche, che battevano notte e giorno le mura, dovette rifugiarsi nelle cantine. Ben presto sopravvennero, compagne immancabili della guerra, la carestia e la peste. Grunthler, attaccato dal morbo, a stento si salvò. Gl’infelici abitanti respirarono nel vedere il marchese Alberto allontanarsi di nascosto degli avversari, a cui capiva di non poter resistere. Ma gli assedianti non vollero rinunziare al saccheggio di Schweinfurt e, penetrativi, la incendiarono. Un soldato nemico, anima buona, avverti i Grunthler del pericolo incombente, esortandoli a mettersi in salvo. Mentre si avviavano per uscire dalla cittá, furono depredati di tutto ciò che avevano. La povera Olimpia rimase scalza e in camicia. Né finirono lá le loro traversie. Nell’allontanarsi da Schweinfurt Andrea Grunthler fu catturato, e non fu rilasciato che per le preghiere e i pianti della moglie. Pervenuti a Hamelburg, borgata lontana dieci miglia dalla cittá saccheggiata, vennero respinti insieme con altri profughi dagli abitanti, che non volevano attirarsi l’ira dei vincitori. Olimpia, che era riuscita procurarsi un vestito non adatto alla sua persona, si trovava affetta da febbre, ma ciononostante non potè ottenere di fermarsi piú di quattro giorni, trascorsi i quali, proseguirono oltre. Giunti in un villaggio, che apparteneva a uno dei vescovi vincitori del marchese Alberto, furono di nuovo catturati. Il poco clemente prelato aveva dato ordine che i cittadini di Schweinfurt, i quali capitassero nelle terre di sua giurisdizione, venissero uccisi. I tre infelici, poiché il fratello di Olimpia era sempre con loro, aspettarono titubanti che si decidesse la loro sorte, finché una