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78 iii - liombruno


12
E Liombruno udiva il gran rumore,
voltossi indietro e stavasi a vedere,
e vidde i crudi colpi di valore
che ciaschedun si dá di mal volere;
indietro ritornò, senza timore,
e prese quei fiorini a suo piacere,
ch’eran piú di tremila settecento,
poi camminava piú che non fa il vento.
13
E Liombruno tanto camminòe,
che presso a un’osteria ne fu arrivato
e dentro quella prestamente entròe;
tre mercatanti v’ebbe ritrovato,
e messer Liontbrun gli salutòe.
Ed il saluto a quello han raddoppiato;
per lo saluto fece Liombruno,
in piedi fu levato ciascheduno.
14
Vedendo Liombruno i mercatanti
che ciaschedun gli facea grand’onore,
a lor parlava con dolci sembianti:
— Sedete giuso, o caro mio signore! —
E Liombruno disse a l’oste: — Avanti,
reca del vino e togli del migliore,
a questi mercatanti date bere,
ché voglio star con lor di buon volere. —
15
E, cosí stando, il vino fu recato.
Poiché ebbono bevuto lí davanti,
Liombruno allora sí ebbe parlato,
ed a lor disse: — O degni mercatanti,
voi che cercate il mondo in ogni lato,
li regni e li paesi tutti quanti,
deh, ditemi la terra oltramarina,
ov’è signora madonna Aquilina! —