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72 iii - liombruno


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A trentun dí la donna fu venuta,
e fuor della citta si ritenía:
una donzella suo vestir aiuta,
mandolla al re e a la sua baronia.
E, quando il Re costei ebbe veduta,
ch’era piena di tanta leggiadria,
disse a Liombruno: — È questa tua mogliere? —
Ei rispondea: — No, dolce messere. —
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Poi una cameriera gli arrivava
davanti al re e gli altri suoi baroni;
e, quando il re costei si riguardava,
che l’era tanto bella di fazzione,
inverso Liombruno egli parlava:
— È questa moglie tua, gentil campione? —
Liombrun disse con dolce favelle:
— Signor mio no, ma ambedue son donzelle. —
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E madonna Aquilina fu arrivata
col suo bel viso, che rendea splendore:
davanti al re si fu appresentata,
poi di lí si partí senza tenore.
E, quando il re costei ebbe guardata
— Liombrun — disse, — nobile signore,
or mi perdona per tua cortesia!
— Perdonate a me voi! — Liombrun dicea.
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E Liombrun da lui prese commiato,
e dietro la sua donna se ne gía.
Ella l’aspettò suso in un bel prato;
Liombrun perdonanza gli chiedía.
Ed ella disse: — Falso rinnegato,
della tua morte non m’incresceria! —
Per altra via la donna se n’andava,
né arme né caval non gli lasciava.