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64 iii - liombruno


12
Poi gli mostrò il paese soprano
e ’l suo castello, ch’era in lunghe parte:
quattrocento giornate era lontano
e piú ancor, fanno menzion le carte.
Quell’aquila con quel fanciullo altano
in una notte sí v’andò per arte,
che la sera dall’isola il traeva,
e la mattina al suo castel giungeva.
13
E poscia in una sala molto bella:
— Ora m’aspetta fin ch’io torno — disse;
entròe in zambra e diventò donzella,
pareva che del paradiso uscisse,
ché riluceva piú che non fa stella;
assimigliava il sol che in ciel venisse!
Era vestita di molti bei panni
e non avea passato ancor diec’anni.
14
Questa fanciulla, la quale io vi dico,
sí si chiamava madonna Aquilina,
che scampò quel fanciullo del nimico,
quando lá il trasse, fuor dalla marina.
Andò da lui e disse: — Bello amico,
Iddio ti doni la bella mattina!
Io son colei che sí alto ti portai,
quando da quel diavolo ti scampai. —
15
E quel fanciullo con buon argomento
cortesemente assai la ringraziòe,
e dissegli: — Madonna, io son contento,
e vostro servitor sempre saròe. —
Ella rispose: — Non ti dar spavento,
ché ancora piú contento ti faròe. —
Ella aveva dieci anni ed egli sette
e vergin piú d’otto anni ancora stette.