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42 ii - pulzella gaia


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Allora la Pulzella con pietade,
per camparlo da morte e darli vita,
tosto sí corse inver’ quelle contrade;
drappi di seta nera fu vestita.
Molto gioiosa per quei sentier vade;
mai non fu vista donzella sí ardita.
E, per camparlo, lei si messe in via
con molta gente e gran cavalleria.
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E la Pulzella fece suo’ richieste,
ben trentamila giovani donzelle;
tutte di seta nera fûr suo’ veste,
e quelle eran lucenti piú che stelle;
e via cavalcan per ogni foreste.
Ben eran venti schiere tutte belle;
ciascuna aveva mille cavalieri,
e buone arme e correnti destrieri.
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Allora la Pulzella molto presta
tostamente cavalca in quella parte,
appresso a Camellotto senza resta,
secondo come dicono le carte;
tamburi e trombe, che parea tempesta;
e queste gente fea venir per arte.
Lo re Artú, quando questo ascoltava,
al buon Galvano la morte indugiava.
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Tutti li cavalier della ventura
vedere andavan quella turba magna.
Tosto elli corson, preson l’armadura,
e cavalcâro verso la campagna.
Di quella gente avevan gran paura,
ché coverto era ’l piano e la montagna.
Messer Galvan davanti dalle schiere
feridor lui vuol esser lo primiere.