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cantare primo 35


16
Messer Galvan non fece piú dimore,
abbracciò la donzella, a quel ch’io sento,
e della rama ben ricolse il fiore
della donzella piena d’olimento.
E disse: — Ogni bellezza, o dio d’amore,
m’avete data qui a compimento! —
E così stetton fin nona passata
Galvano con la rosa imbalconata.
17
Messer Galvano allor s’arricordava
della testa ch’avea messa al paraggio;
forte cominciò a pianger, lagrimava,
perduto ebbe ’l colore del visaggio.
La damigella allora li parlava,
dicendo: — Cavaliero pro’ e saggio,
la veritá mi di’ senza tardanza:
forse non t’è ’n piacer ch’io sia tu’ amanza? —
18
Messer Galvano disse: — Anima mia,
di te mi tegno ricco e piú pagato
che se lo mondo avessi in mia balía
e ’l paradiso poi mi fosse dato.
Ma da te mi part’or con gran dolía,
mai non credo vederti in nessun lato.
A corte e’ mi conviene andar morire,
c’ho fatto un vanto, e nol posso fornire. —
19
E la Pulzella disse: — O amor mio,
to’ questo anello e teco il porterai.
Quante cose che son di sotto a Dio,
se tu gliele addimandi, tu le avrai.
E, quando mi vorrai al tuo desio,
a questo anello m’addomanderai.
Ma non manifestar la gioia avuta,
ché l’anel la vertú avria perduta. —