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Questa reina di grande eccellenzia
era devota ed amica di Dio,
vivea casta e facea penitenzia
secretamente e senza nessun rio,
e digiunava con gran riverenzia,
perché del paradiso avie disio.
Ma, se al mondo avea alcun diletto,
costei li volea tutti al suo cospetto,
5
siccome s’eran canti di vantaggio
ed istormenti d’ogni condizione,
con cento damigelle d’un paraggio,
cantavan e suonavan per ragione.
EH’eran tanto belle nel visaggio,
che agnoli parean piú che persone.
Questo facevan quand’ella mangiava,
quando dormia e quando si levava.
6
Per guardia avea l’altissima reina
mille buon cavalier pien d’ardimento,
e mille turchi, gente palladina,
ch’eran piú neri che carbone spento.
Con questa forza e con la sua dottrina,
facea si grande e giusto reggimento,
che simil noi fe’ mai signor né dama,
si che per tutto ’l mondo avea gran fama.
7
Quando lo ’mperador di Roma intese
le sue bellezze e ’l senno, eh’avea tanto,
subitamente del suo amor s’accese,
e pensò d’accusarla al Padre santo,
acciò che a Roma andasse a far difese
per ubbidienza del papale ammanto,
dicendo: — S’ella viene in mia balia,
quel ch’io vorrò pur converrá che sia. —