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VII GISMIKANTE
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E ’nanzi giorno piú che dieci miglia
fu dilungato la dama e ’1 donzello;
e, quando il re non ritrovò la figlia,
fece suonar la campana a martello,
e fece armar tutta la suo’ famiglia,
e molta gente sotto il suo penello:
si che con piú di mille cavalieri
gli seguitò, spronando i buon destrieri,
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E cavalcando sar.za prender soste,
di lungi ben tre miglia ebon veduti
duo cavalier che salieno le coste,
benché da lor non furon conosciuti,
e lo re sopra ciò fecie proposte,
sien seguitati quegli a spron battuti.
Allor la giente sua non aspettava
l’un altro, e forte ciascun cavalcava.
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E volgendosi indietro la piacente,
vide e conobbe que’ che gli seguiéno,
e disse a Gismirante: — Ornò dolente,
se siano giunti quie, come fareno?
Ma qua nel piano ha un’acqua corente,
con questa bacchetta la pascrcno:
se ghigneranno, non potran passare:
per altro modo non possián scampare. —
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E, quando furo a quel fiume ch’io dico,
toccò colla bacchetta, e disse: — Passa. —
Quand’clla fue passato, al modo antico
fece alzar l’acqua, dov’era piú bassa.
Ella, piangendo, si diceva: — Amico,
non gli aspettar, ché son troppo gran massa.
Ed e’ rispose: — Amor, non te ne caglia,
ché io non Iascerò questa battaglia. —