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Cosi re Tarsiar» fece guernire
ciò che bisogna a tutta la sua gente,
armati, presti a battaglia venire.
Credendo della guerra piú possente
essere degli altri, e per non fuggire,
si fu piú innanzi e si come valente,
cominciaron lo stormo sanza fallo.
Piacciavi, gente, udir come andò il ballo.
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Or chi vedesse istormo cominciare,
fedir di spade e di spunton tagliente,
balestra grosse aprire e diserrare,
lanciarsi come fa dragon mordente;
ciascun si briga alle spade menare,
quivi si vede qual è il piú possente.
Qual taglia teste e quale gambe e braccia,
ciascun del ben combatter vi si avaccia.
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Un cavaliere de lo re Tarsiano
si fece inanzi co* molto valore;
una gross’asta e’ si recò per mano,
e feri nello stormo con furore
ed abatténe cinque giú nel piano.
Allor si cominciò si gran romore,
che parea che giú il secolo venisse
e che lo ’nferno del tutto s’aprisse.
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Subitamente uno gli viene manco:
un baccellier di quel conte Vermiglio
con una lancia grossa, il guerrier franco,
scontrò quel cavalier con gran periglio.
Tal colpo gli donò nel lato manco,
che lo passò per tutto Io ’nteriglio.
E morto cade nel crudele stormo,
per quel ch’io sento e nel libro m’informo.