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Giá era sera e l’aria fatta bruna,
quando si mosse el duca e ’l cavaliero:
vero è che lucea el lume della luna.
Ed amendue andarono al verzero,
ove celato spesso si raguna
la bella dama col baron sincero;
ma di fuor del giardin rimase el duca
dopo un gran cesto d’una marmeruca.
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Messer Guglielmo entrava nel giardino,
e ’ncontra si gli venne la cagnuola,
che si giacea tra’ fior del gelsomino.
El cavalier la chiamava: — Figliuola! —
ella scherzava col cavalier fino,
poi cercava el giardin per ogni scuola
intorno intorno al ver/.iero prezioso,
se niun uomo si trovava nascoso.
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Quando ebbe cerco ben, la catellina
andonne nella zambra delettosa,
ove dormia la stella mattutina,
ch’era del cavalier desiderosa.
Messer Guglielmo a quel punto non fina
e misse dentro el duca alla nascosa;
poselo dopo un cesto d’un rosaio,
dopo la sponda d’un chiaro vivaio.
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E, poi ch’ebbe la cúcciola sentuta,
si fe’ la damigella rivestire,
e poco stante a lui ne fu venuta,
a que’ ch’a forza la dovea tradire.
Ma non si pensava ella esser traduta
da quegli in cui avea messo il suo disire,
e non pensando del tradir l’efFetto,
e prese col suo drudo ogni diletto.