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V - LA DONNA DEL VERGIÙ
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Di ciò la donna si facea gran riso,
e disse: — La duchessa è forte errata,
che pensa nostra fede aver divisa;
e voi, messer, se m’avessi ingannata,
si retrovata m’aresti conquisa
di mala morte, in terra trangosciata.
Ma ’1 nostro amor celato ha tanto effetto,
che dura e durerá sempre perfetto. —
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Parlando el cavaliere alla donzella,
tornò in quel punto il duca dalla caccia
con la sua compagnia chiarita e bella,
e smontò dal cavallo con bonaccia.
In quello venne la duchessa fella,
piangendo fece croce delle braccia;
graffiata el volto con molta malizia,
gli disse: —Signor mio, fammi giustizia! —
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Turbossi el duca con maninconia,
udendo la duchessa si parlare,
e si le disse: — Dolce vita mia,
perché vi fate si gran lamentare?
Fecevi oltraggio niun uomo che sia?
Dimmelo, che non è di qua dal mare
re né baron, che se v’ha fatto oltraggio,
ch’io non faccia mia ’l onta e mio ’l dannaggio.
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Allora la duchessa fraudolente,
per dare alla malizia piú colore,
trasse el duca da parte della gente,
e cominciògli a dir questo tinore:
— Messer Guglielmo, falso e sconoscente,
mi richiese oggi del villano amore;
ond’io ti priego, Maestá gradita,
che a tale offesa non campi la vita.