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Tanto che trovò questo un canestraio,
ed andava a quel fico che fu il primo;
otto ne colse e si li messe in quello.
Disse: —Si mi riesce com’io stimo! —
E tolsen otto da quel ficarello,
perché di que’ faceva grande stimo.
Andonne alla cittá, una mattina,
sol per vender quei fichi alla regina,
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e posesi a seder sotto il palagio.
Erasi de’suoi panni travestito;
egli era freddo e stava con disagio.
Ed uno alla regina ne fu ito,
la quale stava a iscaldarsi con agio;
disse: — Madonna, giú, nel vostro sito,
sotto la loggia io ho veduta cosa,
che a vederla mi par maravigliosa !
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Un villano c’ha un bel panier di fichi,
che di settembre non sarian si belli:
e’ vuol quattro ducati d’otto fichi. —
— Va’ via! — disse colei — va’ via per elli,
e che lui me gli dia fa’ che gli dichi,
e prestamente porterammi quelli. —
Colui n’andò per essi, e si gli porta
quattro ducati; e lui trovò la porta.
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L’ora ne venne poi del desinare;
aveva la regina due donzelle,
che le faceva seco a mensa stare,
e tutte due eran pulite e belle.
Quando si furon poi poste a mangiare,
fu l’acqua alle man data a tutte quelle;
e, postasi a seder, senza ch’il dichi,
fe’ la regina portarsi que’ fichi.