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94 iv - istoria di tre giovani disperati e di tre fate


12
Disse la donna: — Sappi domandare
e chiedi quel che vuoi, ché l’averai. —
Colui rispose: — Se tu mi puoi dare
questo che chieggo, tu sempre m’arai:
una borsa che sia di tal affare,
che fusse piena di denari assai,
e s’io aprissi quella borsa ogn’ora
cento ducati ne balzasser fuora.
13
— Ecco la borsa la qual tu mi chiedi. —
Disse colui: — I’ vo veder la prova.
— Guarda qui ben, se cosa alcuna vedi. —
Colei la borsa dalla bocca snoda
e fe’ balzar cento ducati a’ piedi.
Colui, che di tal cosa ben gli proda,
tolse costei, ch’aveva il viso bello,
come sua donna e dettegli l’anello.
14
Disse quell’altra al secondo di loro:
— E tu che cosa pensi nel tuo cuore?
Disse colui: — Non chieggio argento od oro,
ma sí un tappeto di fino colore,
che mi portasse senza far dimoro,
senza esser visto, in ogni concistore. —
Detto tappeto la donna lo trova,
e poi gli disse: — Faranne la prova. —
15
Colui sel mise addosso ed ha parlato
con quel tappeto ravvolto alle rene,
e fecesi portare in capo al prato,
e prestamente indrieto se ne viene;
ed ha la donna subito sposato,
ché gli pare la cosa andasse bene.
E poi quell’altra disse senza lagno:
— C’hai tu pensato? Dimmelo, compagno!