Orgilla Vien qua, vecchio insensato.
Tu sai pur che costui non mangia rape
cotte giá di tre di né di pan cotto
minestra, come farai tu stamane;
né bee meschiati. Pilastrino Io mi turo gli orecchi.
Tra voi gridate e menate le mani,
pur ch’io panebri. Orgilla Tu tirerai in fallo,
Pilastrin, questa volta, che la carne
rimasta è in beccaria. Che vuoi ch’io cuoca?
le miei mutande? Pilastrino Giá denno essere arse,
se l’hai portate un di, che ’l vostro fuoco
non cuoce o scalda. Girifalco Pilastrin mio caro,
tu vedi. Tornerai da me stasera,
che compreremo una libbra di lonza
per fare arrosto; e poi, con quel guazzetto
che fa l’Orgilla, vo’ che noi sguazziamo.
E mena l’indiano. Pilastrino Hai ben pensato.
E che ci arem da cena? Girifalco Non t’ho detto? Pilastrino Non t’ho inteso. Girifalco Una libbra di buon porco. Pilastrino A incominciare. E poi infra pasto? Girifalco Quello
non basterá? Tu se’ pure, oggi, strano!
Non t’empierebbe... Pilastrino E si! Dici da vero?
Tu vuoi tener me a cena con un’oncia
di carne e con guazzetti? Tu mi vuoi
far ridere, oggi. Or veggio ben che Amore
qualche volta ti trae del seminato.
E poi sei vecchio. Dammi a me i danari,