Opere minori 1 (Ariosto)/Rime varie/Sonetto VII

Sonetto VII

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Sonetto VII.


     Com’esser può che degnamente lodi
Vostre bellezze angeliche e divine,
Se mi par ch’a dir sol del biondo crine
4Volga la lingua inettamente e snodi?
     Quelli alti stili e quelli dolci modi
Non basterían, che già greche e latine
Scôle insegnaro, a dir il mezzo e il fine
8D’ogni lor loda agli aurei crespi nodi.
     Il mirar quanto sian lucide, e quanto
Lunghe ed ugual le ricche fila d’oro,
11Materia potrian dar d’eterno canto
     Deh morso avess’io, com’Ascréo, l’alloro!1
Di queste, se non d’altre, direi tanto,
14Che morrei cigno, ove tacendo io moro.


Note

  1. Vedi la nota al v. 138 della Satira VII.