Capitolo 187
Dell'isola di Zaghibar

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Capitolo 187
Dell'isola di Zaghibar
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Zaghibar è una isola grande e bella, e gira bene 2.000 miglia; e tutti sono idola[tr]i, ed ànno lor re e loro linguaggio. La gente è grande e grossa, ma dovrebbero essere piú lunghi, a la grossezza che elli ànno, ché sono sí grossi e sí vembruti che paiono gioganti, e sono sí forti che porta l’uno carico per 4 uomini; e questo non è maraviglia, ché mangia l’uno bene per 5 uomini. È sono tutti neri e vanno ignudi, se no che si ricuoprono loro natura; e sono li capegli tutti ricciuti. Elli ànno grande bocca e ’l naso rabuffato in suso, e le labre e li anare grosse ch’è maraviglia, che chi li vedessi in altri paesi parebbero diavoli.

Elli ànno molti leofánti e fanno grande mercatantia di loro denti; elli ànno leoni assai d’altra fatta che li altri, e sí v’à lonze e leopardi assai. Or vi dico ch’elli ànno tutte bestie divisate da tutte quelle del mondo; ed ànno montoni e berbíce d’una fatta [e] d’uno colore, che sono tutti bianchi e la testa è nera; ed in tutta questa isola non si troverebbero d’altro colore. E sí ànno giraffe molte belle, e sono fatte com’io vi dirò. Elle ànno corta coda, e son alquante basse dirieto, ché le gambe di drieto sono piccole, e le gambe dina(n)zi e (’l) collo si è molto alto e grande: alt’è da terra bene 3 passi. E la testa è piccola, e non fanno niuno male; ell’è di colore rosso e bianco a cerchi, ed è molta bella a vedere. Lo leofante giace colla leofantessa siccome fa l’uomo [co] ’la femina, cioè che stae rovescio, perché àe la natura nel corpo. Qui si à le piú sozze femine del mondo, ch’elle ànno la bocca grande e ’l naso grosso e [corto], le mani grosse 4 cotante che l’altre.
Vivono di riso e di carne e di latte e di datteri; non ànno vino di vigne, ma fannolo di riso e di zucchero e di spezie. Qui si fa molte mercatantie, e molti mercatanti vi recano e portan[e]. Ancora ànno ambra assai, perché pigliano molte balene.
Li uomini di questa isola sono buoni combattitori e forti, e non temono la morte. È non ànno cavagli, ma combattono in su i camelli e in su’ leofanti; e fanno le castella in su’ leofanti, e istannovi su da 12 uomini a 20, e combattono co lance e con ispade e con pietre, e sono molto crudele battaglie le loro. E quando vogliono menare i leofanti a battaglie, sí danno loro a bere molto vino, e vannovi piú voluntieri, e sono piú orgogliosi e piú fieri.

Qui sí no v’à altro da dire. Diròvi ancora alcuna cosa de l’India, ché sappiate ch’io non v’ò detto de l’India se non l’isole maggiori e le piú nobile e le migliori, ché a contarle tutte non si potrebbe fare, ché troppo sarebbe grande mena. Ché, secondo che dicon li savi marinari che vanno per l’India e secondo che si truova iscritto, l’isole de l’India, tra l’abitate e le no abitate, sono 12.700. Ora lasciamo de l’India maggiore, ch’è da Mabar infino a Chesmancora, che sono 13 reami grandissimi, dei quali v’abiamo contati di 9. E sappiate che l’India minore si è da Cianba infino a Montifi, che v’à 8 grandi reami. E sappiate ch’io non v’ò ditto di quelli de l’isole, che sono ancora grandi quantità di reami. Udirete de la mezzana India, la quale è chiamata Anabascie.