Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino/Libro IV/Di Torre di Zeppa

Libro IV
Capitolo XV
§. Unico.
Di Torre di Zeppa

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41. CEppito è luogo diverso da quest’altro, che al presente tiene il nome di Torre di Zeppa. Di quello si parla in questo lib.4. c-8. n.37. e di questo ora conviene farsene parola. È certo, che tanto nella Sentenza del Cardinal Lombardo, quanto nelle Bolle di Lucio III. e d’Innocenzo IV. più volte accennate, si fa menzione di Zeppa ; e nella prima parlandosi de’ confini della Diocesi si legge : Deinde finis ejus ascendens in torruta, qui Zìppa dicitur: e nelle Bolle, parlandosi parimente de’ medesimi confini si legge: Dehinc finis ejus ascendens in Torum, come nella Bolla di Lucio III. & in Toro, come in quella d’Innocenze IV. qui Cippa dicitur. Sicché da per tutto si vuole, che questo luogo di Cippa fusse posto nel letto di una pianura, come porta la parola Torus, per quel, che in simili casi spiegano gli Eruditi. In fatti Cippa, di cui parliamo sta nel piano, benché all’intorno vi sono piacevoli declivi, e più giù una falsa pianura. Al presente tiene il nome di Torre di Zeppa, preso da una Torre, che vi era, la quale è caduta a’ tempi nostri, e propriamente nel principiare di questo Secolo.

   42. Non può dubitarsi, che questo luogo sia stato abitato; imperciocché si vedono i vestigj di fabbriche, e della stessa Chiesa, della quale appresso, come pure vi si riconosce il recinto di alcune altre Torri. Quanto alla lua origine, il Signor Principe, all’ora, che scrisse, Marchese di Salcito, dice, che egli fusse antichissimo. Quanto alla sua distruzzione dubita, e dice, che forsi seguisse a tempo de’ Goti, e che forsi anche colla sua distruzzione fusse stata edificata la Ripa. Il fatto è, che questo luogo fu Terra abitata, e che tra i luoghi di questa Diocesi non si registra Zeppa, o sia Cippa, e nella Sentenza, e Bolle preaccennate, non se ne parla come di luogo abitato, ma come di un confine : e per altro nel Catalogo de Baroni sotto Guglielmo II. si legge, come si è detto : Robertus Avalerius tenet a praedicto Comite Juliano de Castropiniano Rjpam de Brittonis, & Castellum, quod est Feudum unius Militis, a nostro giudizio questo Castello, che si nota in detto Catalogo de’ Baroni non abbia potuto esser altro, che il luogo di Zeppa, di cui si parla, e che forsi in que’ tempi si abitasse, non volendo in quella stagione altro significare questa parola di Castello, che un Casamento posto in alto, come lo descrive Ugosio Castrum quod in loco alto situm est, quasi Casa alta, unde Castellum; e Guiberto Abate Novigente de Lande B. Mariae cap.7. Castellum autem ex Vallo, & muro, Turrique conficitur : e più diffusamente Dufresne nel suo Glossario verb. Castellum, dove dice, che fin dal Secolo VI. e tempi più bassi da’ Scrittori Oppida munita fuerant dicta Castra, & Castella  : quindi possiamo conghietturare, o che a tempo de’ Goti non fusse stato totalmente distrutto, se pure il fatto sia passato così, o che poi appresso fusse stato riedificato, e che in detta sentenza del Cardinal Lombardo, e Bolle di Lucio III. e d’Innoc. IV. non se ne faccia parola, che come di un confine, forsi credendo sufficiente per numerare i luoghi, che compongono questa Diocesi, far menzione della Ripa, e tralasciar mentovare questo Castello di Zeppa, come membro della medesima Terra : ma che che di ciò sia, avendo il lodato Signor Marchese su le sue rovine fatto accomodare ultimamente un’abitazione, sopra la sua porta ha fatto porre la seguente Iscrizione,

dettata dal suo Spirito, e noi stimiamo qui trascriverla.

D.   O.  M.
Hic Ubi Cernis Viator
Herba, Ac Arboribus Coopertam 
Magnam Lapidum Congeriem 
Terra Fuit Olim Antiqua 
Turribus Ac Muro Cincta 
Ob diram Temporis Injuriam 
Obscuri Nominis Ac Ignoti
Sed Que Adhuc Vulgo Zippa Vocatur
B’ Gothorum Crudelibus Eversa Armis.
ut Fama Dubia, At Vere Forte Tenet
Sed Ni Credis !
JAM IMMANeM ReSPICE UiTIMAM dESOlATIONEM
NAM IPSA TE DOCEBIT RUINA
SOLUM AB AL ARICI MANU TANTAM FUiSSE CaeDEM.
NUNC TAMEN SUB MOVO
FELICI, FAUSTO, MELIORIQUE AUSPICIO
PAULUS FRANCONUS SALICETI MARCHIO
FRANCISCI ANTONII PRINCIPIS PETRECUPE DOMINI FILIVS
COLLIS RESPICIENS JUCUNDITATEM
HANC DOMUM
AD SUI, AMICORUMQUE SOLATIA
NEC NON AD VENATIONIS COMMODA 
CONSTRUXIT
IT COLLI COGNITUM FRANCONI
PLACUIT DARE NOMEN 
ANNO SALUTIS MDCCXXXIII. 

   43. Il Territorio di Zeppa è più vasto di quello della Ripa, e per metà è seminatoriale, e per l’altra metà boscoso, e pieno di cacciagioni, sparse quasi da per tutto, capanne per ricetto de’ Coloni, e de’ Custodi di Armenti.

   44. Quanto allo Spirituale, va egli unito coll’Arcipretura della stessa Terra di Ripa, e vi furono due Chiese : una dentro la Terra, o Castello, che fusse, già distrutta di Zeppa, sotto il titolo di S. Maria di Torre di Zeppa, che chiamano, e attualmente vi sono le sue muraglie, le quali dimostrano antichità, fatta a tre navi col Coro semicircolare, e fino a’ nostri tempi vi fu il Quadro dell’Altare, che poi e stato trasportato nella Chiesa Matrice di S. Elia, dove si conserva, luogo, che sta in confine di Torre di Zeppa. Supponiamo, che in quella Chiesa si esercitasse la Cura delle Anime : al presente si conferisce dalla S. Sede, e si possìede con titolo di Badìa da Monsignor de Simeonibus Beneventano, Canonico della Basilica di S. Pietro, e Segretario della Disciplina in questa Corte. Pretende la Curia Metropolitana dritto sopradetta Collazione, ma questo è un abbaglio, non potendosi negare, che il suo titolo sia in detta Chiesa di Torre di Zeppa, che fu cura di Anime della Diocesi di Larino, e in dove attualmente l’Arciprete della Ripa vi esercita la medesima ne’ casi, che avvengono ; l’Arcivescovo però più volte, e ne’ suoi mesi ha provveduto in qualità di beneficio semplice, e forsi, e senza forsi stimiamo, che abbia ciò fatto erroneamente per l’uso, che ebbero gli Arcivescovi di Benevento di esercitare tutta la loro autorità ordinaria per tre Secoli, cioè dal 666. fino alla metà del Secolo X. in tutta la Diocesi Larinese, come si è detto altrove ; e non può negarsi, che dopo la sua dismembrazione, ’Torre di Zeppa, e sua Chiesa stia dentro i confini della Diocesi di Latino, e fuori della Beneventana, come dalla medesima Sentenza del Cardinal Lombardo, Arcivescovo di Benevento, con cui furono stabiliti i confini della Diocesi di Larino ; tanto più , che la maggior parte delle sue rendite sono nel Territorio di Torre di Zeppa.

   45. Altra Chiesa sotto il titolo di S. Colomba si ritrova in questo Territorio di Torre di Zeppa colle sue pareti nel di più già distrutta in un luogo detto S. Co Colomba, distante dall’abitato, che fu di Torre di Zeppa un miglio in circa verso la parte Orientale.