Memorie intorno la famiglia de' Signori di Tono/Dell'antica sede ed origine de' Signori di Tono, e del cangiamento del loro nome in Thunn

Dell’antica sede ed origine de’ Signori di Tono, e del cangiamento del loro nome in Thunn

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Dell’antica sede ed origine de’ Signori di Tono, e del cangiamento del loro nome in Thunn
Prefazione Come i Signori di Tono crebbero in possedimenti e potenza
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Dell’antica sede ed origine de’ Signori di Tono, e del cangiamento del loro nome in Thunn.


È nel Trentino, paese, per posizione geografica, per lingua, per genio e per costumi degli abitanti, italiano, un’ampia e bellissima valle, detta Naunia, e corrottamente Valdinon, per la quale scorre, e porta le sue acque nell’Adige il Nauno, che il popolo appella Nos, e ne’ documenti è nominato Noce e più comunemente Nosio.

Su la sinistra di questo fiume, presso alla gola che dicono la Rocchetta, stendesi, entro la valle verso oriente, un distretto non piccolo, nel quale si veggono le terre Vigo, Masi, Toss, più altri gruppi di case, e sopra al colle un grandioso castello.

[p. 10 modifica]Questo tratto di paese, nel quale prosperano la vite ed il gelso, e cui il monte che gli è presso dai lati d’oriente e mezzodì somministra in copia fieno e legname, era, ne’ tempi andati, appellato, per le cose civili, Pieve di Tono, Plebs Toni, e per le ecclesiastiche Parrocchia di Tono, Sancta Maria de Tono. Ciò rilevasi da tutti gli antichi Atti pubblici della Naunia, e dalle Memorie ecclesiastiche trentine. Era anche in questo distretto il castello Tono, castrum Toni, abitato da Signori pur nominati di Tono, e forse la terra Tono, che similmente aveva suoi abitatori homines de Tono.

Al presente il paese è detto la Pieve di Vigo, la Parrocchia di Vigo: e il castello Tono rovinò interamente, di guisa che molti ignorano fin dove fosse, come non si può dire se abbia veramente esistito, e dove giacesse la terra Tono.

Il solo nome di Tono convertito in Thunn, ma dal popolo naune pronunziato sempre Ton con O stretto, rimase alla famiglia dei di Tono, e fu da questi dato al sontuoso castello Belvesino, chiamandolo castello Thunn.

Queste strane rivoluzioni potrebber essere cagione che, scrivendosi Thunn da poco tempo, si credesse un dì la Casa Thunn non essere così antica come pur è, e s’ignorasse poi del [p. 11 modifica]tutto ove fosse la sua prima sede in questo nostro paese; la qual cosa diverrebbe pregiudiziale anche alla patria istoria, che resterebbe confusa e dubbia se non fosse chiaramente dimostrato quando, come, e per quali avvenimenti sieno così insolite rivoluzioni accadute.

I Signori di Tono, ch’ebbero forse in prima soggiorno nella terra Tono, perchè leggiamo esser eglino stati investiti de loco Toni, ed avere avuti servi homines de Tono, abitarono per lungo tempo il castello Tono. Ma divenuti ricchi e potenti, e moltiplicatisi grandemente, trovando anche incomodo abitare nel detto castello, il quale avrebbero dovuto ristaurare ed ampliare con gravi spese, non conseguendo mai di adagiarsi convenientemente, chiesero ed ottennero, sul finire del duodecimo secolo, dal Vescovo Principe di Trento Corrado II investitura di un colle, detto il Dosso delle vedute, per ivi edificare un ampio castello. Investivit, dice il documento, Albertinum et Manfredi num de Tuno, et Liutum de Marostega, istos recipientes nomine et vice sui; et vice Brunati, ac Petri et Adelperii, necnon Ottolini filii quondam Marsilii de supra dicto Loco Toni, et de Dosso visionum ad aedificandum Castrum. (Vid. Cod. Vang.). Il castello fu nel secolo decimoterzo condotto a compimento, e si appellò [p. 12 modifica] Belvesino. Qualche tempo dopo fecero i di Tono acquisto di altri castelli, alcuni de’ quali come Braghiero, Altaguarda, Caldesio, furono da famiglie tuniane abitati.

Essendosi per tal modo i di Tono adagiati in luoghi per la maggior parte più ameni e più vicini a popolosi villaggi che non fosse Tono, e avendo qua e là sparsi i loro servi (i quali al presente si chiamano sudditi peculiari, perchè, a certe condizioni indicanti sudditanza, ricevono dai conti di Thunn investitura di beni stabili, detti peculj), avvenne che il castello Tono fu abbandonato, e rovinò talmente, che ne rimane appena qualche reliquia, e il distretto di Tono e la pieve perdettero sin il nome, avendo già, siccome è detto, assunto quello di Vigo. Anche la terra Novesinum, che era presso al colle delle vedute, dopo che fu ivi edificato il castello Belvesino venne in tale decadimento, che ora ne rimangono sol poche case, tutte di proprietà de’ Conti di Thunn, che le chiamano i Masi di Nosino.

Dal detto fin qui è fatto chiaro che i di Tono presero il nome loro dal castello o dalla terra Tono. Poco importa il sapere se preso ei lo abbiano da questa o da quello. Ci furono terre antiche, vicino alle quali si costruirono castelli, e vi furono castelli nelle cui vicinanze [p. 13 modifica]si edificarono a poco a poco i villaggi. Verosimile e probabile mi sembra che questi Signori sieno stati infeudati e del castello e della terra e dei dintorni con obbligo di custodire e difendere il passo della Rocchetta, prossimo al castello di Tono, e dominato dal castello Visione. Ma quando ne furono infeudati? E da chi? Forse potremo indovinarlo; disperiamo però di poterlo affermare con certezza.

Quello che sappiamo di certo si è, che il castello Tono; castrum Toni, giaceva, come dicevamo, presso la Rocchetta, sul colle ora appellato di Santa Margherita. Questo colle chiamasi al presente così perché a Santa Margherita fu dedicata la cappella che ivi fecero i di Tono edificare dopo che il castello derelitto rovinò. E ciò fecero eglino, senza dubbio, con intenzione di conservare memoria dell'antica loro sede primiera. Ei non avvisarono però di porvi una iscrizione che ciò testificasse; e la memoria se ne sarebbe perduta, se qualche caso de' non rari avesse disperse o consunte le carte, dalle quali noi imparammo dove il castello Tono era situato. La denominazione Al Castelletto data alle case appartenenti ai Conti di Thunn, prossime al colle di Santa Margherita, e le reliquie di muri e macerie che sul detto colle scoprivamo, ne fecero supporre [p. 14 modifica]che ivi fosse stato una volta un castello. Ma queste erano solo congetture; e ad ogni modo restava sempre il dubbio se quel castello fosse Tono. Le investiture feudali che i Vescovi Principi di Trento davano ai Signori di Tono ce ne somministrano assoluta certezza. In una di queste, che ho intera alle mani, è contrassegnata la località del castello Tono col dire che era presso al Nosio e alla sorgente chiamata Acquacalda, e il colle o dosso di Santa Margherita è appunto vicino alla fonte detta Acquacalda e al fiume Nosio. In un’altra del 1554, ch’era nell'archivio principesco di Trento, e di cui tengo estratto, si dice più chiaramente: Castrum sive Dossum Toni su per quo cappella Stæ Margarethæ extat, una cum rivulo aquæ labentis per (propter) dictum Castrum Thoni nuncupatæ: Acquacalda: usque ad aquam Nusii. Questo è, per chi ha contezza de’ luoghi, parlare così chiaro, che non lascia campo al minimo dubbio.

Poichè le case dette Al Castelletto, nelle carte antiche e nelle feudali investiture concedute ai di Tono, sono dette Villa, cioè corpo di molte abitazioni, chè questo è nelle scritture nostre il senso di Villa, io sono d'opinione che ivi fosse anticamente la terra Tono, che dee aver dato il nome alla Parrocchia ed [p. 15 modifica]alla Pieve. I servi dei di Tono, che non erano servi domestici, ma lavoratori di campagna, vincolati dal patto di seguire i Signori loro alla guerra, se non potevano tutti abitare nel castello, dovevano però trovarsi in gran parte a quello vicini. Aggiungiamo che una tradizione c'istruisce, le funzioni parrocchiali per la gente del distretto di Vigo essersi fatte, negli antichi tempi; laggiù al Castelletto o in que' dintorni. E diciamo per ultimo che il nome di Castelletto esser dee moderno, dato a quel luogo dopoché il castello Tono, paragonato col grandioso Belvesino, fu veramente un castello piccolo, e dopoché l’antica terra Vigo, Vicus, per la vicinanza de' Signori di Tono, fu restituita in onore. Qual fu dunque della terra Castelletto il nome antico? Ritenendo che fosse Tono, sappiamo d'onde trassero il loro la Parrocchia e la Pieve, cioè tutto il distretto; altrimenti si dee conchiudere che il castello Tono e i Signori che l'abitavano imposero la denominazione propria al distretto, agli abitanti e alla stessa chiesa.

Ma checchè sia della terra Tono, certo è che nel castello Tono ebbero, in tempi da noi molto lontani, la sede loro i Signori di Tono. Questo sarà per noi provato ancora ampiamente. Ora è uopo che veggiamo di sapere [p. 16 modifica]quale sia stata la origine di questa illustre famiglia.

Ci fu chi, credendo i Signori di Thunn non avere mai avuto nome diverso, e nulla contezza avendo della famiglia antica dei di Tono, da molti secoli residente nella Naunia, immaginò, senz'addurne pur una prova essere eglino oriundi della Svizzera, dov'è un luogo appellato Thunn. E altri si confermò in tale opinione per avere saputo (ciò che ch'è notato anche da P. Bonelli, vol. 2) che sul principio del secolo decimoterzo era Vescovo di Basilea Enrico di Thunn. Ma chi sa di certo che i nostri di Thunn sono discendenti dei di Tono, i quali per più secoli ebbero sede e beni nella Naunia, non può non rigettare come vane così vaghe e spropositate congetture. Il Vescovo di Basilea poté benissimo essere un di Tono naune, dai Tedeschi chiamato Thun, sorte che, come vedremo, toccò a tutti i Tono. Noi però, non avendone prove, crediamo che vi fosse un Signore di Thun in Isvizzera, ma tale che nulla aveva a fare con li Tono trasformati due secoli dopo in Thunn qui sul Trentino. Quello che ne sembra di dovere far osservare si è, che Almanacchi stampati in Germania, ignorandosi che furono e sono Thunn sul Trentino, e che que' di Boemia trassero origine da [p. 17 modifica]questi, confondono Svizzeri con Boemi, parlan de’ nostri come se fossero di quelli, e rendono tutto ciò che riguarda queste famiglie non solo inesatto, ma pieno d'oscurità e di incertezze.

E che diremo dell’origine romana che si è data ai signori di Tono, facendoli venire da Roma, dove potenti erano ed onorati, qua sul Trentino con loro schiavi in compagnia di S. Vigilio, nostro vescovo martire, e della sua famiglia? Il Brandis, il Friedenfels, un manoscritto di tuniana genealogia affermano ciò con asseveranza. E un Dominico Federici, in un libretto intitolato: Elitropio di gloria, ec., nel quale vuol dare lodi a Guidobaldo di Thunn, arcivescovo di Salisburgo e cardinale, osò affermare che S. Vigilio vescovo di Trento, il quale visse nel quarto secolo di Cristo, era uno dei Thunn. Anche alcuni della Casa di Tono dissero una volta avere avuto documenti comprovanti la loro antichità ed origine romana, ma quelli essere periti nel 1569 per un incendio scoppiato nel castello Belvesino, incendio che apportò la morte al celebre amico de’ Cesari, Sigismondo di Tono.

Cristoforo Simone, barone di Tono, consigliere intimo di Ferdinando II imperatore, fattosi persuaso che Sigismondo possedeva i documenti [p. 18 modifica] di cui parliamo, ne scrisse, narrando com’erano stati divorati dalle fiamme, al conte del Tirolo Leopoldo arciduca d’Austria, e pregò che si vedesse di trovarne copie negli archivj di Innsbrucke. L’Arciduca, rispondendo che nulla di simile vi si trovò, promise di volere ordinare nuove indagini, ed assicurò intanto ch’ei credeva la Casa di Tono antica e romana, venuta nel Trentino l’anno 383 in compagnia di S. Vigilio e della sua famiglia, trovandosi così scritto negli archivj e registri della sua cancelleria. Questa dichiarazione è datata 1629, e fu confermata dall’Imperatore. Nello stesso anno 1629 molti nobili trentini, Lodovico conte di Lodrone, Udalrico barone Firmiano, Sigismondo signore di Sporo, Pancrazio Kuen di Bellasio ed altri, certificarono di aver letto in documenti e libri stampati, e di sapere dalla pubblica voce, che i baroni di Tunno erano patrizj romani venuti a stabilirsi nella Naunia l'anno 383 di Cristo co’ loro schiavi, ec. Di questa attestazione e della sopra riferita dichiarazione si legge copia nel manoscritto titolato: Genealogie de la tres ancienne et illustre maison des comtes de Thun.

Ora chi non crede tutto alla cieca, domanda: Qual fede meritano le attestazioni dei detti nobiluomini, e quale i registri della cancelleria [p. 19 modifica]innsbrucchese? Dove lessero i Nobili que’ documenti e libri stampati, la cui autorità parve loro tanto grave? Perché non nominarono i documenti e gli scrittori? Originali o copie di quei documenti avrebbero dovuto essere in Trento nell'archivio de’ Vescovi Principi, dei quali i di Tono erano già da cinque secoli sudditi e vassalli, e facile era l’averne copie se ci fossero stati. Forse che i Mainardi od altri conti di Tirolo, che più volte occuparono Trento, per quistioni ch’ebbero coi Vescovi Principi, tolsero dall’archivio que’ documenti? Ma non si trovaron neppure negli archivj dei detti Conti. L’asserzione di Leopoldo è vaga come quella de’ Nobili. Altre ancora delle nostre famiglie si credettero di origine romane; ma tutto quel credere era appoggiato ad un altro credere che non avea fondamento. E dato ancora che avessero potuto provare uno del loro cognome essere venuto da Roma fino qua ne’ tempi ch'essa esercitava impero sul nostro paese, come poteano dimostrare ch’elle discendono da quello, se dopo quel tempo le memorie tutte fanno alto silenzio per cinque secoli e più?

Non intendiamo col dire ciò di detrarre al merito di questi Casati illustrissimi e meno a Cristoforo Simone di Tono, che fu uomo grande. In sì fatte materie è facile cosa che la gente [p. 20 modifica] sia tratta in inganno dalla identità od anche dalla somiglianza di puri nomi. I signori di Tono, ed altri ancora, possono veramente essere venuti da Roma a stabilirsi nel Trentino. Di tale venuta nulla mostra l’impossibilità. Non è dunque da maravigliarsi ch’eglino, come altri, abbiano potuto darsi a credere ciò che della loro origine s’andava dicendo, e ch’era per essi desiderabile che fosse vero.

Poco però importa il conoscere con certezza la origine loro, quando certissimamente consta che i signori di Tono vissero e prosperarono onorati e distinti nella Naunia e nel Trentino pel lungo corso di oltre ad otto secoli. Questo sarà per noi dimostrato con molte e molte irrefragabili prove in questo libro. Un Casato che prese il nome da terre e castelli già da più secoli andati in rovina, e che potè, senza esterni ajuti, costruirne dalle fondamenta de’ nuovi e più sontuosi, è Casato antico, nobile, potente, e non ha, in ispezie per ciò che spetta all'antichità, da invidiare nessun’altra famiglia.

Quello che ne sembra importare molto più si è il sapere se i Tono e i Thunn sieno la stessa famiglia, chè ove ciò non fosse, converrebbe dire che i Thunn sono sul Trentino una delle meno antiche. Di questa identità non dubitò, a vero dire, tra noi nessuno, tranne forse chi ami [p. 21 modifica] di vivere in perfetta ignoranza intorno alle patrie memorie; gioverà tuttavia darne, a lume degli estranei e de’ nostri posteri, chiara dimostrazione. Certissima prova n’è che tutto il popolo naune e trentino chiamò sempre e chiama i Thunn Ton, e lo stesso castello Belvesino, divenuto Thunn, appellano castello Ton. È anche certo che gli ascendenti dei di Thunn, i Tono, fin da tempi remotissimi abitarono ne’ castelli del distretto di Tono, ed originariamente in quello che si appellò Tono. E che i Thunn discendano in diretta linea dai di Tono, chiaro apparisce dalla loro genealogia, tratta da autentici documenti, il che vedrassi più innanzi dimostrato in questo scritto. Il cangiamento del nome Tono in Thunn è avvenuto in prima per la piccola differenza, anzi per la somiglianza, che pronunziando hanno tra sè le lettere O ed U, avendo alcuni pronunziato e scritto Tuno in vece di Tono, come si legge in molte scritture. Gli ignoranti inserirono poi, senz’alcun bisogno, e con isconcio grande, aggiungendola al T la lettera H, e scrissero Thono e Thuno, come pur leggesi in più documenti. Vennero poscia i tempi (dal secolo decimoquarto in poi) ne’ quali i di Tono ricevettero diplomi di nobiltà da principi tedeschi, ed ebbero dignità ed uffizj in terra tedesca, e s’imparentarono con [p. 22 modifica]famiglie tedesche; ed allora fu che il nome Tono si è trasformato in Thunn e i signori di Tono furono detti e si dissero von Thunn. Sorte uguale è toccata, per la medesima combinazione di circostanze, ad altre illustri famiglie della Naunia, agli Sporo, ai Coredo, agli Arsio, ai Clesio, che furono detti Spaur, Khorath, Artz, Gloess! Delle quali metamorfosi ho fatta altrove e fo’ qui memoria a fine d’impedire, per quanto sta in me, che non sieno tolti a questi illustri Casati alcuni secoli di antichità, e con ciò la cognizione stessa della loro origine, e la patria istoria non resti monca e confusa.