Manuale teorico-pratico per la coltivazione della vigna latina/III/III

Taglio verde

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CAPITOLO III.

Taglio verde.


136. — Ecco l'operazione la più importante e la più razionale per chi intraprende la coltivazione della vite, la quale può riassumersi in questa sentenza: Lasciate alla vite il solo legno necessario, togliendo il superfluo ad incremento del frutto.

Il taglio verde adunque significa toglier via dalla vite tutte quelle parti che sono inutili, sia per la produzione del frutto dell'anno che corre, che per la formazione del legno necessario al futuro raccolto. E ciò allo scopo che il succhio, il [p. 54 modifica]quale andrebbe ad aumentare un legno inutile, si converta in preziosissimo vino.

Ho ferma convinzione, e ve ne persuaderete facilmente anche voi, che il taglio verde sarebbe molto utile fosse eseguito anche sulle nostre viti accoppiate agli alberi, quantunque riconosca che per la posizione alta delle medesime, e per la moltiplicità dei getti, sia cosa più difficile e quindi, più costosa il farlo.

137. — Quest’operazione si eseguisce colle forbici, o con l’unghie quando trattasi di teneri getti.

Il taglio verde si divide in sette operazioni distinte, che vi espongo con lo stesso ordine con cui si succedono:

I. Spampinatura.
II. Castratura, o cimatura dei pampini a frutto.
III. Taglio dei pampini senza frutto.
IV. Incisione annulare.
V. Spuntatura del grappolo.
VI. Ricimatura.
VII. Mozzatura del capo a legno.

Vi darò poi le avvertenze che si debbono avere nell’eseguire il taglio verde.

I. — Spampinatura.

138. — Estirpate tutti i germogli che spuntano dal legno vecchio, non tollerandone mai alcuno, fosse anche una semplice foglia. [p. 55 modifica]

Quest'operazione si comincia in maggio e si rinnova ogni volta che si va sul vigneto a compiere i diversi tagli verdi che si dovranno in appresso praticare.

II. - Castratura o cimatura dei pampini a frutto.

139. — La castrazione consiste nel levar via coll’unghia del pollice, o dell’indice, l’estremo getto, o germoglio dei pampini a frutto, e cioè quella estrema e tenerella parte di essa.

140. — Quest’operazione ha il vanto nientemeno di essere contemporanea del vapore e del telegrafo, poichè non prima del secolo presente fu applicata alla vite. I suoi effetti sono mirabili. Bisogna però che sia eseguita nel modo seguente ed al solo capo a frutto, poichè se la faceste al capo a legno perdereste il frutto dell’anno venturo.

141. — Se i pampini del capo a frutto hanno due o più grappoli, lasciate al di sopra di esso due nodi con le rispettive foglie, e se ne hanno uno solo, lasciatene tre e poi castrateli. Sarebbe cosa molto buona stare attenti a questa importante operazione, poichè quando il getto superiore alle foglie indicate sarà grande come una lenticchia, sarebbe il momento opportuno per castrarlo e recidere.

All’incirca, adunque, verso la metà di giugno, ma possibilmente prima della fioritura, eseguirete quest’operazione. [p. 56 modifica]

142. — Ma se la castratura la farete tardi, ed invece dell'unghia adoprerete le forbici, prenderebbe il nome di cimatura.

III. - Taglio dei pampini senza frutto.

143. — Quando discernete sul tralcio a frutto pampini che non portino uva, tagliateli subito. Se poi per avventura tutti ne fossero privi, recidete l'intero capo a frutto, per costringere almeno il succhio a dare maggior vigoria al capo a legno, onde nell’anno venturo, reso più rigoglioso, dia un compenso alla perdita di quest’annata con maggior abbondanza di frutto. Ciò eseguirete verso la metà di giugno.

IV. - Incisione annulare.

144. — Ora v’insegnerò un’importante operazione ritenuta come una scoperta, e perciò premiata all’Esposizione del 1867 a Parigi. Ma, come al solito, mentre si distribuiva colà la medaglia d'invenzione, contemporaneamente il chiarissimo viticoltore professore Ottavi, nella conferenza di Alessandria dell’istesso anno, esponeva che da tempi remotissimi in Roma si faceva presso a poco la stessa cosa.

Tanto per rivendicare il genio d'Italia, ma per confessare altresì che gli altri popoli studiano e lavorano più di noi.

145. — Ricorderete che il succhio ascendente [p. 57 modifica]contiene pochissime sostanze nutritive, e che sale dalle radici agli estremi rami della pianta sotto il legno novello (alburno); così pure ricorderete che il succhio elaborato nelle foglie che fungono da polmone ridiscende ricco di principii nutritivi giù al basso per canaletti posti nella corteccia (parenchima) (16, 17).

Or bene, un’incisione fatta nella stessa corteccia interromperebbe tale discesa, ed il succhio nutriente sarebbe obbligato trattenersi nella parte superiore della pianta. Tale soffermata dei succhi produrrebbe un più rapido e ricco sviluppo nei grappoli.

146. — Nella base del capo a frutto pertanto, e cioè sotto la prima gemma, deve farsi un’incisione, con un’arma bene affilata, tutt’intorno al ramo in modo preciso e delicato per non recidere che la sola corteccia (parenchima), poichè approfondendosi un momento di più tagliereste anche il legno novello (alburno), ove sono, come si disse, Fig. 12. i canali per la scesa del succhio. Ed in tal caso la pianta, priva di alimento, perirebbe (fig. 12). [p. 58 modifica]

147. — Non vi salti in testa di far lo stesso al capo a legno, poichè se una tale operazione favorisce la fecondazione del frutto, pregiudicherebbe il progressivo sviluppo del legno.

148. — Per eseguire tale incisione si è adottata una opportuna macchinetta, che sarebbe bene all'uopo acquistare.

149. — Il momento opportuno per eseguire questa incisione annulare è un otto o dieci giorni prima della fioritura, essendo ormai provato che con tale operazione l’uva fiorisce e lega assai meglio. Quindi la farete da voi verso il 10 di giugno.

V. - Spuntatura del grappolo.

Fig. 13.

150. — Saprete benissimo, che la parte meno perfetta a maturarsi del grappolo, ordinariamente, è la punta. [p. 59 modifica]

Prima adunque che l’uva fiorisca dovrebbe mozzarsi (fig. 13).

Con tal mezzo si hanno grappoli pieni, fitti e grossi.

Questa spuntatura dovrebbe farsi contemporaneamente all’incisione annulare, cioè verso il 10 di giugno.

VI. — Ricimatura.

151. — Se, come abbiamo imparato, le gemme sono addette a produrre i pampini nell’anno venturo, così le sottogemme, che le fanno corona, hanno l’ufficio di sostituirle quando per qualsiasi caso venissero a mancare (3).

Ordinariamente però, se gli umori della vite sono esuberanti, o se vengono forzatamente repressi dalle operazioni delFig. 14. taglio, le sottogemme si aprono anticipatamente una via e danno origine a quei ramoscelli detti fra noi getti di sott’occhio (fig. 14). Essi contribuiscono però alla maggior nutrizione della gemma principale, per cui non è lecito distruggerli del tutto, ma li ridurrete nel modo seguente:

152. — Sui pampini del capo a frutto ricimate nel mese di giugno i getti di sott’occhio dopo quattro foglie, e sospendendo nella [p. 60 modifica]fioritura ed in agosto questa operazione, si riprenderà in seguito, con l'eseguire di poi anche la ricimatura degli stessi getti sul capo a legno sopra sei foglie.


VII. - Mozzatura del capo a legno.

153. — I capi a legno, o meglio i pampini, destinati ad essere tralci del presente e dell’avvenire nell'anno venturo, debbono essere mozzati all'incirca all’altezza delle canne ove sono appoggiati.

Ciò però non può farsi che alla metà di luglio, poiché necessita che l’uva sia bene ingranita.

Quest'operazione andrà ad accrescere forza e vigore a quella parte di tralcio che ci darà il frutto nell’avvenire, e prime ad approfittarne saranno le gemme, che, come già avrete appreso nello studio dell’organismo della vite, sono da natura destinate a custodire e difendere il prezioso deposito dal quale sorgeranno i pampini pel futuro prodotto (2 al 7).