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Nei tempi a noi più vicini le idee degli antichi si modificarono profondamente, e le meteore ignee furono credute come un fenomeno del tutto terrestre. Alcuni opinarono che gli aeroliti fossero pietre svelte dalla terra per la forza di violenti uragani. Altri li vollero un prodotto della massa gazosa che avvolge il nostro pianeta; e chi le faceva derivare dalla infiammazione di esalazioni atmosferiche, la cui origine veniva in diversi modi spiegata; chi invece le riguardava come un [p. 13 modifica]fenomeno elettrico; e se ne volle trovare la relazione colle aurore boreali. Ed altri dissero altre cose somiglianti.

L’ipotesi atmosferica era universalmente ricevuta nel secolo scorso, quando un deplorevole scetticismo regnava intorno a questi fatti. Non ostante i molti ed ineluttabili argomenti, i quali ne ponevano fuori di dubbio l’esistenza, essi furono per lungo tempo lasciati in oblío; finchè il celebre filosofo tedesco Chladni, non solamente cominciò colle sagaci sue induzioni a disporre gli animi dei suoi contemporanei a questo genere di studi, ma con grande energia si oppose alle erronee opinioni dei medesimi: e fino dal 1794 sostenne con rara intelligenza l’ipotesi, che assegna un’origine del tutto celeste alle meteore luminose, prevenendo in tal guisa le teorie che di presente sono più accreditate presso tutti gli astronomi. E fu allora che illustri scienziati, tra i quali l’Olbers, il Laplace ed il Biot, emisero l’opinione che le pietre meteoriche fossero eruttate dai crateri lunari. Ma questa [p. 14 modifica]sentenza fu ben presto abbandonata dagli stessi suoi autori, per dar luogo alle altre che ora passerò ad esporre.

E qui, o Signori, non voglio tralasciar di ricordare che, nello stesso anno 1794, l’abate Camaldolese Soldani, professore di Matematiche nell’Università di Pisa, pubblicava una estesa ed elaborata relazione sopra una pioggetta di sassi avvenuta nei dintorni di Siena; nella quale egli raccolse un gran numero di fatti irrefragabili, i quali confermano la caduta di quelle pietre. E sebbene il dotto abate credesse che il fenomeno fosse di origine al tutto terrestre, tuttavia ebbe il vanto di sostenere la verità dell’avvenimento in mezzo alle derisioni dei suoi contemporanei, che perciò lo chiamavano l’abate Pioggetta.