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O amore muto — che non vòi parlare,
che non sie conosciuto!

O amor che te celi — per onne stagione,
ch’omo de fuor non senta — la sua affezione,
che non la senta latrone — per quel c’hai guadagnato,
che non te sia raputo.

Quanto l’om piú te cela, tanto piú foco abundi;
om che te ven occultando — sempre a lo foco iugne,
ed omo c’ha le pugne — de voler parlare,
spesse volte è feruto.

Omo che se stende — de dir so entendimento,
avenga che sia puro — el primo comenzamento;
vience da fuor lo vento — e vagli spaliando
quel ch’avea receputo.

Omo che ha alcun lume — en candela apicciato,
se vol che arda en pace, — mettelo a lo celato;
ed onne uscio ha enserrato — che nogl venga lo vento
che ’l lume sia stenguto.

Tal amor ha posto — silenzo a li suspiri,
èsse parato a l’uscio — e non gli lascia uscire;
dentro el fa partorire — che non se spanda la mente
da quel che ha sentuto.

Se se n’esce el suspiro, — esce po’ lui la mente,
va po’ lui vanegiando, — lassa quel c’ha en presente:
poi che se ne resente, — non puote retrovare
quel ch’avea receputo.

Tal amor ha sbandito — da sé la ipocrisia,
che esca del suo contado — che trovata non sia;
de gloria falsa e ria — sí n’ha fatta la caccia
de lei e del suo tributo.