La zitellona levitata

Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura La zitellona levitata Intestazione 27 ottobre 2024 75% Da definire

Li prim'àbbiti Un conto arto-arto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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LA ZITELLONA LEVITATA.1

     Sora Caterinella! ebbè? cche ffamo?2
Se maggna o nnun ze maggna sti confetti?
Che ddiavolo! sti spósi bbenedetti
Stanno ancora in der c.... ar padr’Adamo?

     Me pare un pezzo che bbuttate er lamo,3
Ma vve viengheno4 sù ppochi pesscetti:
È un pezzo che ffischiate all’uscelletti,
Ma sso’ ffurbi e nnun zènteno5 er richiamo.

     Eppuro nun zei guercia e nnun zei storta;
E cchi mmai mormorassi,6 Iddio ne guardi,
Che nun zai cacà ffijji da la sporta,

     Basta che ttu pportassi sti testardi
A Ssanspirito-in-Zassi7 una sór vorta8
Li faressi9 restà ttutti bbusciardi.

Roma, 19 maggio 1833.

Note

  1. Lievitata: stagionata.
  2. Facciamo.
  3. L’amo. [V. in questo volume la nota 9 del sonetto: Le scennere, 18 genn. 33.]
  4. Vengono.
  5. Sentono.
  6. Mormorasse.
  7. Ospedale di S. Spirito in Sassia, ov’è la casa degli esposti.
  8. Una sol volta: una sola volta. [Ma la forma normale anche in Toscana e, credo, in tutta Italia, è appunto “una sol volta,„ come “un casa del diavolo,„ e altri modi simili.]
  9. Faresti.