La vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze/Proemio
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Questa mia Vita travagliata io scrivo
per ringraziar lo Dio della natura
che mi diè l’alma e poi ne ha ’uto cura,
4alte diverse ’mprese ho fatte e vivo.
Quel mio crudel Destin, d’offes’ha privo
vita, or, gloria e virtú piú che misura,
grazia, valor, beltà, cotal figura
8che molti io passo, e chi mi passa arrivo.
Sol mi duol grandemente or ch’io cognosco
quel caro tempo in vanità perduto:
11nostri fragil pensier sen porta ’l vento.
Poi che ’l pentir non val, starò contento
salendo qual’io scesi il Benvenuto
14nel fior di questo degno terren tosco.
Io avevo cominciato a scrivere di mia mano questa mia Vita, come si può vedere in certe carte rappiccate, ma considerando che io perdevo troppo tempo e parendomi una smisurata vanità, mi capitò inanzi un figliuolo di Michele di Goro dalla Pieve a Groppine, fanciullino di età di anni XIII incirca ed era ammalatuccio. Io lo cominciai a fare scrivere e in mentre che io lavoravo, gli dittavo la Vita mia; e perché ne pigliavo qualche piacere, lavoravo molto piú assiduo e facevo assai piú opera. Cosí lasciai al ditto tal carica, quale spero di continuare tanto innanzi quanto mi ricorderò.