La vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze/Libro primo/Capitolo XXV

Libro primo
Capitolo XXV

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Da poi lo intese papa Clemente, il quale aveva veduto il vaso in prima, ma non gli fu mostro per di mia mano, ne prese grandissimo piacere, e mi dètte molte lode, e in pubblico disse che mi voleva grandissimo bene; a tale che monsignore Salamanca molto si pentí d’avermi fatto quelle sue bravate: e per rappattumarmi, per il medesimo pittore mi mandò a dire che mi voleva dar da fare molte grande opere; al quale io dissi che volentieri le farei, ma volevo prima il pagamento di esse, che io le cominciassi. Ancora queste parole vènneno agli orecchi di papa Clemente, le quale lo mossono grandemente a risa. Era alla presenza il cardinale Cibo, al quali il Papa contò tutta la diferenza che io avevo aùto con questo vescovo; di poi si volse a un suo ministro, e li comandò che continuamente mi dessi da fare per il palazzo. Il ditto cardinal Cibo mandò per me, e doppo molti piacevoli ragionamenti, mi dette da fare un vaso grande, maggior che quello del Salamanca; cosí il cardinal Cornaro e molti altri di quei cardinali, massimamente Ridolfi e Salviati: da tutti avevo da fare, in modo che io guadagnavo molto bene. Madonna Porzia sopra ditta mi disse che io dovessi aprire una bottega che fusse tutta mia: e io cosí feci, e mai restavo di lavorare per quella gentile donna da bene, la quale mi dava assaissimo guadagno, e quasi per causa sua istessa m’ero mostro al mondo uomo da qualcosa. Presi grande amicizia col signor Gabbriello Ceserino, il quale era gonfaloniere di Roma: a questo signore io li feci molte opere. Una infra le altre notabile: questa fu una medaglia grande d’oro da portare in un cappello: dentro isculpito in essa medaglia si era Leda col suo cigno; e sadisfattosi assai delle mie fatiche, disse che voleva farla istimare per pagarmela il giusto prezzo. E perché la medaglia era fatta con gran disciplina, quelli stimatori della arte la stimarono molto piú che lui non s’immaginava: cosí tenendosi la medaglia in mano, nulla ne ritraevo delle mie fatiche. Occorse il medesimo caso di essa medaglia che quello del vaso del Salamanca. E perché queste cose non mi tolgano il luogo da dire cose di maggiore importanza, cosí brevemente le passerò.