La santa alleanza dei popoli (Mazzini)/La santa alleanza dei popoli/III

III.

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III.


Ma intanto, a fronte d’una vittoria infallibile, noi siamo oggi vinti e giacenti: intanto migliaia di madri gemono i figli perduti sul campo, nelle prigioni, sul palco: migliaia d’esuli ramingano per terre diverse, tormentati, dalla miseria del corpo e da quella dell’anima, lo sconforto: e migliaia di nuovi martiri, di nuovi proscritti s’aggiungeranno, se noi torneremo a sorgere senza aver fatto senno degli insegnamenti che ci vengono dal passato. E questi insegnamenti sommano in uno: l’Unione: l’unione sincera, attiva, nelle opere, fra quanti figli d’una stessa terra vivono di una fede medesima: l’unione fra quanti popoli d’Europa anelano uno stesso fine.

Dalla storia dei moti popolari dei due ultimi anni scende accertato un fatto importante, vitale: Noi siamo, sopra ciascun punto dato, più forti degli oppressori. In Italia, in Germania, nell’Ungheria, i governi, impotenti a resistere con forze proprie, ebbero ricorso alle altrui, e vinsero coll’intervento. E da questo fatto sgorgano due conseguenze: che l’opera nostra è veramente opera e voto di popolo; e che, quando noi sorgeremo a un tempo su tutti i punti della nostra sfera d’azione, noi vinceremo. L’intervento sarà fatto impossibile.