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IV. Recensioni e frammenti minimi - 5. Una nuova carta d'Europa

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5. - «Una nuova carta d’Europa».


Diamo il posto d’onore ad un lavoro di Errico Amante, magistrato distintissimo per sapere, per ingegno, per probitá! Esso ha per titolo: Una nuova carta d’Europa.

Il concetto dominante del libro è l’ideale di una confederazione della razza latina, con la capitale a Roma: concetto non nuovo, ma in questo libro divenuto nuovissimo per l’originalitá delle considerazioni, le non comuni vedute storiche e la fierezza romana dello stile. [p. 332 modifica]

Questo concetto non è appreso o imitato; esce tutto intero dall’anima, divenuto vita e sangue dello scrittore. Il quale, una volta concepita questa fratellanza latina, diviene latino di sentimento, di passione, e scrive e ragiona come membro giá vivente di un futuro popolo da lui vagheggiato, nel quale spariscono francesi, spagnuoli, vallacchi, italiani. Questo futuro gli è cosí presente, opera con tanta efficacia sulla sua fantasia, che gli fa dimenticare per fino il macello di Mentana e gli fa stendere la mano amica alla destra ancora sanguinosa del zuavo francese.

Noi non accogliamo certo tutte le idee dell’autore; ma non esageriamo dicendo che da lungo tempo non si è scritto un libro con tanta originalitá e forza di pensiero e di stile; ne ci par soverchio l’elogio di un distinto giureconsulto francese, che lo chiama un libro molto notevole e «destinato a produrre grande impressione».

     maggio i868.