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II. Commemorazioni - Parole in morte di Francesco dall'Ongaro

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PAROLE IN MORTE DI FRANCESCO DALL’ONGARO


Lungi da noi il vano pianto. Quando un uomo ha bene adempiuta la sua missione sulla terra, ben venuta sia la morte, prima o poi, poco monta. E quest’uomo nell’ultima ora ha potuto dire: «Muoio contento, perché sono bene vivuto».

Quando nella societá sentimento comune è la paura della morte, c’è un sentimento che vi corrisponde, quasi per consenso involontario, e c’induce a molle compianto intorno al cadavere. Noi rallegriamoci di avere innanzi lo spettacolo d’un uomo che ha potuto dietro di sé lasciare questa parola testamentaria: «Sono bene vivuto».

Bene vivuto! Nella prima etá, con tanto ingegno, con tanto spirito e tanta immaginazione, con una natura cosí amabile, quante forze! se avesse avuto l’animo men buono e meno altero, quante forze per far fortuna., come oggi si dice! — Preferse l’esilio, e sofferse la povertá, ed il compagno inseparabile di quella, il dispregio e la noncuranza; perché la societá è cosí fatta che onora la virtú, stima la povertá e segue la ricchezza.

Povero, è ancora non avere la scelta del lavoro né il tempo di maturarlo. Pure è nei suoi scritti qualche cosa che fissa, l’amore sincero per la patria e l’odio sincero contro i nemici della patria: odio che è virtú; è l’indignazione del patriota e del laico condensata, fissata nell’anima. Aggiungi una forma popolare, direi quasi democratica, nella quale se desideri il rilievo, non manca mai una limpidezza e uno spirito, che rivelano l’amabilitá e la socievolezza della sua natura. [p. 240 modifica]

E quando il sogno divenne realta, quando potè rivedere la patria libera ed indipendente, lá dove per molti è stato il porto, per lui fu il principio di nuovi dolori e di nuovi travagli.

Nessuna parola amara esca da me in questa camera mortuaria. La solennitá della morte impone de’ doveri. Non so: forse saranno, che nell’ultima loro ora vorranno cacciar via una memoria tormentosa, compendiata in questa parola: Francesco Dall’Ongaro.

Quanto a noi, lodiamo questa morte bella, accompagnata dalla rimembranza del dovere compiuto e dal compianto della sua famiglia d’elezione, e dalla stima de’ buoni.