La buona moglie/Nota storica

Nota storica

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Atto III
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NOTA STORICA

Anche la Buona Moglie o la Bona Mugier (datasi in Venezia la prima volta al Sant’Angelo nell’ottobre 1749), ove tutti parlano veneziano esclusi soltanto (come ne la P. onorata) il marchese Ottavio, la march. Beatrice e quello sbarazzino di Lelio, ebbe felicissime sorti (Mem., P. II Cap. IVMemorie di Carlo Goldoni). I personaggi vi conservano lo stesso carattere; e la santa poesia della famiglia non potrebbe avere più fido interprete della virtuosa Bettina, sempre attaccatissima al suo Pasqualino, il quale, d’animo debole più che malvagio, anzichè avviare un qualche traffico coi denari affidatigli da Pantalone, li spreca in gozzoviglie nella losca compagnia di amici diffidenti e di due sgualdrine, i cui medesimi nomi di Sbrodegona e di Malacarne dicono a meraviglia a qual razza di femmine appartengano. Il marchese e la moglie con la loro boria fannullona e dissipatrice scendono sempre più giù; su di che argomentano, censori severi e sottili, i barcaiuoli, dei quali qui pure (nelle prime 4 scene dell’atto III) sono riferite colla più naturale fedeltà i discorsi arguti e incisivi. E quanta poesia nelle parole (a. III sc. V) con cui rimpiangendo il tempo giocondo della sua giovinezza, la trambasciata Bettina si sfoga dinanzi alla sorella, che alla gola subordina ogni atto della propria vita! Quanta tenerezza e insieme filosofia pratica della vita nella paternale del buon Pantalone a Pasqualino (a. II sc. V), allorchè lo sorprende nell’osteria insieme a Lelio, ad Arlecchino «imbriagazzo e mezan, a do baroni de piazza, che sarà forsi do spioni, do bari da carte, o do sicari, e a do done, avanzae da l’ospeal o dal lazareto! E anzi fama (l’A. stesso nel cap. cit. delle sue Memorie lo ricorda), che, intenerito alla scena pietosa, un giovane traviato tornasse in seno alla propria famiglia e cambiasse tenore di vita. La fortuna però del popolare componimento fu press’a poco la medesima della Putta onor. (nè l’una nè l’altra, per esempio, figurano mai rappresentate a Modena nell’elenco dal 1748 al 1893 offertoci dallo Spinelli, in Modena a C. G. pp. 200 e segg.); ma sta racchiusa egualmente nella massima parte delle edizioni settecentesche delle commedie goldoniane.

Va invece notato che Goldoni dedicò la Buona Moglie, con lettera datata da Torino 8 maggio 1751, al patrizio veneto Nicola Beregan di Antonio, se non famoso nella repubblica letteraria come Gaspare Gozzi e Pietro Verri, parimente difensore di lui sincero e affezionato. E n’è chiaro documento il suo poemetto: Il Museo d’Apollo che (curiosa!) Goldoni stesso nel t. II cap. XXXII delle MemMemorie di Carlo Goldoni. scrive essere propriamente del Beregan, mentre nel t. VIII dell’ediz. Paperini delle commedie, in una nota che precede Il Contrattempo, l’attribuisce a Giovanni Falier. Noi però ne abbiamo avuto tra le mani una edizione senza indicazione tipografica, di pp. XXXI (nel Museo Civico Correr, [p. 624 modifica] Op. P.P. 8705), nella fine della quale leggonsi le iniziali: N. B., che corrispondono alle lettere del nome e cognome di Nicola Beregan. Lo Spinelli nella preziosa sua Bibliografia registra a p. 261 una ediz. di Venezia, Pitteri 1754. di pp. 25 in 8o: leggesi inoltre in qualche edizione del teatro goldoniano, come in quelle torinesi di Fantino-Olzati (t. XIII) e di Guibert-Orgeas (t. XII), e in quella di Livorno (Masi t. XXXI).

C. M.

Fine del secondo volume.