L'autobiografia, il carteggio e le poesie varie/II. Carteggio/VIII. Al padre Bernardo Maria Giacco

II. Carteggio - VIII. Al padre Bernardo Maria Giacco

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Vili

AL PADRE BERNARDO MARIA GIACCO Manda la Sinossi del Diritto universale.

Se vi fusse questa legge che l’opere letterarie si dovessero a que’ dotti uomini soli rigalare che abbiano come renderne il controcambio, e se ne riportarebbero giudizi piú equi ed ogniuno si studiarebbe piú di far che di dire, per rendersi veramente degni di doni si fatti; come degnissima è Vostra Paternitá reverendissima, che di tempo in tempo ne fa godere le opere ammirabili del suo divinissimo ingegno. Le mando un mezzo foglio di carta, che ha fatto nell’una e nell’altra parte de’ gran movimenti in questa cittá. Ha truovato favore appo dottissimi uomini, perché i potenti sempre furono generosi, come i poveri sempre invidi. Io mi sono sforzato lavorare un sistema della civiltá, delle repubbliche, delle leggi, della poesia, della istoria e, in una parola, di tutta l’umanitá, e in conseguenza di una filologia ragionata; e di tutto ciò che fin da’ primi greci ci è pervenuto cosi o vano o incerto o assurdo (come vi fossero stati tempi che gli uomini o parlassero senza idee o per non esser intesi o per cianciare da senno) io ne rendo ragioni tali e si fatte, che, con quelle altre innumerabili convenendo, vi riposa sopra sodisfatta la mente, fin tanto che o non mi si arrechi un sistema migliore o non vogliamo pur seguitare a pensare di si fatte cose cosi sconciamente come si è fatto per lo passato. Frattanto temo del vostro giudizio raffinato cotanto nella buona critica, e per ciò cotanto raffinato perché arricchito prima di una sceltissima topica; e temo che non mi troviate in fallo o nelle posizioni o nelle conseguenze. Che se io ne riporto favorevole giudizio, che altro vado cercando che piacere ad un uomo dotto, che è in ammirazion de’ dottissimi? Ed a Vostra Paternitá reverendissima fo divotissima riverenza, ecc.

Napoli, 14 luglio 1720.