Italia - 12 settembre 2001, Relazione alla Camera dei deputati del Presidente del Consiglio sugli attentati terroristici negli Stati Uniti d'America
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Presidente della Camera1:
(Il Presidente si leva in piedi e con lui l'intera Assemblea e i membri del Governo).
Onorevoli colleghi, il 21 luglio 1953, Alcide De Gasperi, esponendo il programma del suo Governo, diceva in quest'aula: «Abbiamo la profonda convinzione di aver interpretato il pensiero e gli interessi della nazione italiana, quando l'abbiamo associata nel Patto Atlantico. Abbiamo potuto uscire dall'isolamento, ricostruire nuove ed antiche amicizie, dare avviamento ed impulso al movimento di una novella Europa, che superi gli antichi conflitti e sia aperta alla fraterna cooperazione dei suoi popoli... Riconosco l'opera grandiosa di solidarietà economica e morale che ci fu in quegli ultimi anni prestata dagli Stati Uniti d'America».
Oggi, a distanza di così tanto tempo, possiamo riaffermare con convinzione quei vincoli di solidarietà e di amicizia con gli Stati Uniti d'America. Un paese che, nel corso della sua storia, spesso ha sacrificato i suoi figli e difeso nel mondo la libertà e la democrazia.
Lo facciamo in un momento di lutto che non avvolge solo l'America, ma tutto il mondo.
Il nostro primo pensiero è di piena, intensa e commossa solidarietà nei confronti delle famiglie di migliaia di vittime innocenti di questo orrendo crimine.
La Camera dei deputati si riconosce nelle parole pronunciate già nel pomeriggio di ieri dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi: questa istituzione si sente a fianco del popolo americano, a fianco delle autorità di governo e del Parlamento di questa grande nazione, amica ed alleata dell'Italia. Il Parlamento è la massima espressione della rappresentanza e della sovranità popolare nel nostro paese. Per questo mi sento di dire che i cittadini italiani partecipano intensamente alla tragedia che ha colpito il popolo americano e sono particolarmente vicini anche alla comunità italo-americana, che costituisce uno dei nostri più saldi vincoli di unione.
Voglio esprimere, al paese ed anche a lei, signor Presidente del Consiglio, la certezza che la Camera dei deputati farà fronte comune nella solidarietà agli Stati Uniti e nella lotta al terrorismo.
Questa azione terroristica ha colpito i simboli della potenza politica, economica e militare americana, ha aggredito l'intera civiltà occidentale: questo ci lascia sgomenti ed attoniti.
Ma più ancora siano colpiti dal fanatismo religioso che sembra aver mosso gli autori di questa strage. Un fanatismo che disprezza il valore della vita umana, anche della propria, che cancella ciò che di più profondo c'è in noi, l'istinto di conservazione e la paura della nostra morte.
Secondo le notizie che ci sono giunte, sembra che più di cinquanta terroristi abbiano partecipato a questa azione. Pensare che decine di persone possano essere state mosse a compiere questa strage attraverso l'autodistruzione ci dà la misura del fanatismo e dell'odio feroce che pervade questi terroristi, della loro pericolosità, delle responsabilità gravissime di chi li protegge.
Il timore che abbiamo è che da ieri tutto sia diverso, che quanto accaduto accenda nuovi grandi focolai di tensione internazionale ed aggravi i conflitti che sono purtroppo già in atto.
In questa situazione, però, sarebbe un errore per l'occidente rinchiudersi in se stesso e ridimensionare il proprio impegno internazionale per la ricerca della pace e della convivenza civile. In questo modo, infatti, si renderebbe ancor più difficile la soluzione di tensioni e conflitti che inevitabilmente esasperano gli animi e finiscono per alimentare il ricorso al terrorismo.
Soltanto ieri mattina quest'aula aveva accolto i nostri bambini, i nostri studenti, in un clima di festa, per lanciare un messaggio di pace e di convivenza che traeva forza dall'unificazione dei popoli europei.
Pur nella costernazione di queste ore, vogliamo riprendere il filo della speranza e della fiducia nel futuro che anima le nuove generazioni, e che i governi e le istituzioni hanno la responsabilità di non disperdere
(Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Alleanza nazionale, della Margherita, DL-l'Ulivo, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania, Misto-Comunisti italiani, Misto-Socialisti democratici italiani, Misto-Verdi-l'Ulivo, Misto-Minoranze linguistiche, Misto-Nuovo PSI).
Informo che, nella giornata di ieri, la Presidenza della Camera, anche a nome di tutta l'Assemblea, ha inviato un messaggio di cordoglio al Presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d'America.
Informo, altresì, che assiste alla nostra seduta di oggi il ministro William Pope, incaricato d'affari dell'Ambasciata degli Stati Uniti d'America a Roma, a cui porgo il più cordiale saluto a nome di tutta l'Assemblea
(Generali applausi).
Prima di dare la parola al Presidente del Consiglio dei ministri, avverto che, successivamente al suo intervento, come convenuto nella Conferenza dei presidenti di gruppo, potrà intervenire un deputato per gruppo, oltre alle componenti del gruppo misto. Ha, dunque, facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri.
Presidente del Consiglio dei ministri2:
Signor Presidente, onorevoli colleghi, nelle prime ore del pomeriggio di ieri il mondo e l'Italia hanno assistito a qualcosa di tremendo e di luttuoso: il bombardamento terroristico, l'incendio e la devastazione che hanno spento migliaia di vite umane e colpito il simbolo della libertà economica internazionale, le torri gemelle di Manhattan, ed il simbolo della sicurezza collettiva dell'occidente, il Pentagono.
È stata la giornata più nera della nostra storia dalla fine della seconda guerra mondiale. L'attacco alla sicurezza americana e alla vita civile di due grandi metropoli, fino a ieri ritenute inviolabili ed inviolate, si è riverberato su ciascuno di noi, su ogni cittadino come un elemento di forte inquietudine e di vera profonda angoscia.
Se la pena per le vittime continua, se la rabbia per una battaglia perduta è forte, lo sgomento, tuttavia, non è tra i sentimenti che le comunità politiche possono permettersi.
Voglio, quindi, prima di tutto rassicurare gli italiani dalla tribuna autorevole del Parlamento: tutto ciò che era necessario e possibile fare per proteggere la loro sicurezza è stato messo immediatamente in opera già nelle prime ore successive all'attacco contro l'America.
Come prima cosa, è stata disposta l'attivazione dell'unità di crisi presso il centro decisionale nazionale situato a Forte Braschi, sotto il coordinamento del consigliere militare generale Tricarico.
La struttura ha cominciato ad operare subito, provvedendo alla prima analisi della situazione con i Ministeri dell'interno, degli affari esteri, della difesa, delle infrastrutture e trasporti e con i servizi informativi e di sicurezza. La struttura ha continuamente informato il vertice politico sull'evolversi della situazione.
È stata immediatamente attivata la sala «situazione» di palazzo Chigi per il coordinamento delle iniziative in atto.
Il ministro della difesa ha concertato con la NATO l'incremento dei livelli di difesa sia nella vigilanza degli spazi aerei sia nella più consistente disponibilità e maggiore prontezza dei mezzi attivi di intercettazione.
Relativamente alle forze armate italiane dislocate in territorio nazionale o impiegate all'estero, è stato ordinato lo stato di allerta «Bravo», consistente nell'adozione di misure particolari di protezione e di vigilanza. È stata, altresì, disposta la sospensione di una esercitazione militare italiana in Egitto che prevedeva la partecipazione degli Stati Uniti e della Francia.
Sugli aeroporti militari, ivi compresi quelli aperti al traffico civile, è stato disposto un incremento di misure precauzionali e di protezione.
In sintonia con queste azioni, la Farnesina ha reso subito disponibile la propria unità di crisi anche per corrispondere la richiesta di informazione di cittadini italiani e stranieri sulla reale situazione e sulla sorte dei propri congiunti eventualmente coinvolti nell'evento. Sono stati presi contatti con le ambasciate statunitense e israeliana per rassicurarle circa l'adozione di speciali misure di protezione dei loro cittadini e di ogni possibile obiettivo su tutto il territorio nazionale e per sollecitare l'evidenziazione di eventuali ulteriori esigenze di cautela.
Immediatamente dopo le tragiche notizie che arrivavano da New York, il consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio si metteva in contatto con l'incaricato d'affari dell'ambasciata americana, signor Pope. Il consolato generale, insieme alla rappresentanza permanente presso l'ONU e l'ambasciata d'Italia a Washington, attivava con tutti i mezzi disponibili l'impiego di tutto il personale delle sedi e di cellule di emergenza per fornire ogni possibile assistenza ed informazione sui nostri connazionali residenti e turisti, in stretto coordinamento con l'unità di crisi della Farnesina.
Le rappresentanze italiane a New York e a Washington si sono messe tempestivamente in contatto con le forze di polizia americane, gli alberghi, gli ospedali, gli operatori economici, i tour operator italiani per le opportune verifiche.
Il Ministero degli esteri impartiva le prime istruzioni alla nostra rete diplomatica per rafforzare immediatamente le misure di sicurezza e per l'adozione di maggiore prevenzione e tutela del personale italiano. Il ministro degli esteri Ruggiero, in volo verso la Croazia, rientrava immediatamente in Italia per seguire da vicino gli eventi.
Il Consiglio dei ministri degli esteri dell'Unione europea veniva convocato d'urgenza questa mattina e le nostre rappresentanze diplomatiche nelle capitali mediorientali venivano invitate ad adottare misure di sicurezza.
Il ministro Frattini ha attivato con i direttori dei servizi di informazione e di sicurezza un collegamento diretto tra questi ultimi e la Presidenza del Consiglio. Ha richiesto un aggiornamento continuo sulla situazione e sullo stato delle concrete misure adottate, nonché una valutazione congiunta circa le presunte responsabilità e le possibili strategie di reazione, tanto che, come sapete, il nostro servizio di sicurezza è in collegamento continuo con gli analoghi istituti di altri paesi.
Il ministro dell'interno, all'esito della riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, ha adottato tempestivamente rigorose misure di vigilanza per tutti gli obiettivi statunitensi ed israeliani nel territorio nazionale, non solo per le rappresentanze diplomatiche consolari ma anche per le compagnie aeree e marittime, per gli istituti scolastici, per gli uffici turistici, culturali e commerciali, per tutte le infrastrutture che potevano costituire un possibile obiettivo.
È stata svolta un'intensa e mirata attività di monitoraggio antiterrorismo. Alle frontiere sono state particolarmente intensificate le attività di prevenzione e di vigilanza. Negli scali portuali ed aeroportuali sono aumentate le misure di controllo dei passeggeri, dei bagagli e delle merci. Sono state adottate particolari misure antidirottamento. È stata attivata l'unità di crisi del Ministero dell'interno, in collegamento diretto con il centro decisionale nazionale.
Il ministro delle infrastrutture ha disposto l'intensificazione dei controlli nell'attività della circolazione aerea, soprattutto dei voli soggetti a clearance diplomatica.
Sono stati richiamati gli aerei in volo per gli Stati Uniti e per gli altri paesi del Medio Oriente. Sono anche stati sospesi i voli per il Medio Oriente.
Il controllo del traffico aereo, poiché erano stati chiusi gli aeroporti statunitensi, ha provveduto ad instradare quei voli, anche quelli di veivoli appartenenti a compagnie straniere, che non potevano raggiungere gli aeroporti di destinazione a causa delle restrizioni imposte dai paesi d'arrivo.
Nella circolazione sul territorio nazionale non si sono registrati inconvenienti, se non qualche contenuto ritardo in aree circoscritte, dovuto evidentemente all'intensificazione del controllo.
Di queste misure hanno preso atto il Consiglio dei ministri, svoltosi ieri sera alle ore 20, e il Comitato internazionale informazione e sicurezza, tenutosi subito dopo. Com'è noto, all'esito di tali riunioni, ho relazionato al Presidente della Repubblica.
Sin dal pomeriggio, piena informazione è stata data ai gruppi parlamentari di Camera e Senato dal Vicepresidente del consiglio Fini e dal ministro Frattini. Le forze di opposizione sono state immediatamente informate dal sottosegretario di Stato, dottor Letta.
Ho provveduto doverosamente ad esprimere al Presidente Bush, a nome del paese, la più profonda solidarietà e vicinanza al popolo ed al Governo degli Stati Uniti d'America.
Le ultime informazioni disponibili relative alla situazione degli italiani eventualmente coinvolti negli avvenimenti di ieri non sono così precise.
Le autorità americane non forniscono, al momento, liste ufficiali delle vittime; gli ospedali di New York, impegnati al limite delle proprie capacità nella cura dei moltissimi feriti, non sono ancora in grado di dare informazioni ed elenchi sulle persone ricoverate; le liste di imbarco dei passeggeri degli aerei dirottati sono presso il Dipartimento di Stato, non vengono fornite alle ambasciate che ne hanno fatto richiesta ed è probabile che non saranno fornite fino a quando gli investigatori non avranno individuato, investigando nella lista dei passeggeri, i possibili dirottatori.
Alle ore 14 americane (le ore 20 in Italia) è prevista la riapertura dell'aeroporto di New York, e questo permetterà il rientro in Italia dei nostri connazionali, che sono rimasti bloccati a New York dalla chiusura dello spazio aereo. L'Alitalia - e così anche le altre compagnie europee - sta predisponendo dei voli speciali.
Si sa con certezza che nelle torri vi erano alcuni uffici di rappresentanza di società italiane, uffici dell'Istituto per il commercio estero, uffici della regione Friuli-Venezia Giulia, uffici della città di Trieste. C'era anche un ristorante a gestione italiana. I primi accertamenti hanno permesso di individuare alcuni italiani che sono salvi, non essendo in tali uffici al momento del disastro. Tuttavia, l'unità di crisi della Farnesina sta ricevendo numerose telefonate da parte di parenti di italiani che avrebbero dovuto trovarsi all'interno delle torri e che non hanno ancora contattato la famiglia.
Le nostre rappresentanze negli Stati Uniti continuano a seguire costantemente la situazione al fine di acquisire al più presto elementi certi circa la presenza di nostri concittadini tra le vittime. Nei prossimi giorni moltiplicheremo gli sforzi per un completo ritorno alla normalità nelle comunicazioni, nei trasporti e negli altri settori coinvolti dalle misure di emergenza rese necessarie dagli eventi. La grande crisi, aperta dagli avvenimenti di ieri, deve chiudersi con un consolidamento dell'identità e della fiducia in se stesso del mondo libero.
A conforto dei nostri concittadini devo dire che, sul piano internazionale, non si prevedono ulteriori azioni di terrorismo e si pensa che sia improbabile che vengano compiuti atti di «terrorismo minore», visto, purtroppo, lo spettacolare tragico successo dell'azione terroristica che è stata portata contro New York e contro Washington.
Sul piano politico, la risposta all'attacco antiamericano e antioccidentale dovrà essere meditata, calibrata, ma sufficientemente energica per raggiungere tre risultati decisivi: l'individuazione e la punizione dei responsabili degli attentati, l'eliminazione della loro rete di protezione (a qualunque livello essa si collochi), la costruzione di un sistema di prevenzione e di intelligence che renda impossibile la realizzazione dei piani di morte del terrorismo internazionale.
Il nostro paese si è schierato immediatamente a fianco degli alleati americani e del Presidente degli Stati Uniti. L'Europa ha reagito tempestivamente e con una sola voce. Le altre grandi potenze, dalla Russia alla Cina, hanno manifestato una sincera preoccupazione ed una vibrante solidarietà. Ora, da parte di tutti, si pensa che si debba passare ad una fase operativa. A questo proposito, mi sono doverosamente tenuto in contatto con molti Capi di Stato e di Governo ed insieme stiamo esaminando l'ipotesi di un vertice dei G8, in cui tutti i membri del G8 stesso possano prendere all'unisono delle misure concrete. Poco fa ho parlato con il Presidente dell'Unione europea, il primo ministro belga, che proporrà al Parlamento europeo una giornata di lutto per tutta l'Europa per venerdì prossimo e dieci minuti di silenzio da tenersi, in tutti i paesi, a mezzogiorno dello stesso giorno.
Stiamo lavorando - collaboriamo, naturalmente, anche noi - alla stesura di un documento di affermazione dei principi di libertà e di legalità, oltre che di solidarietà, nei confronti del popolo americano. La fine del bilanciamento bipolare su cui si fondava l'equilibrio della guerra fredda ha portato a conseguenze che l'occidente e il mondo intero non hanno ancora valutato fino in fondo e su cui, come sapete, non c'è concordia di valutazioni. Questo è il momento della decisione politica, dobbiamo dotarci di molte reti di protezione della pace e della sicurezza delle nostre società: pace, libertà e sicurezza sono beni assolutamente indivisibili.
La sicurezza è la condizione necessaria della libertà e dello sviluppo. Il terrorismo, da quello che ha colpito gli Stati Uniti alla microcriminalità organizzata e diffusa, ha lo scopo di minare la sicurezza dei cittadini, quindi la loro libertà, il loro spirito di iniziativa, la loro fede nel futuro. A livello internazionale, a livello nazionale, a livello locale l'obiettivo della sicurezza diventa il primo servizio che i poteri pubblici debbono garantire ai loro cittadini, con fermi e chiari accordi internazionali, con il potenziamento delle forze militari e delle forze dell'ordine, con la rapida ricerca e condanna dei criminali, con il rafforzamento delle strutture di indagine degli organi di prevenzione. Il terrorismo spiana strada alla dittatura ed è sempre sostenuto da regimi illiberali e da leader non democratici.
Sarebbe, inconcepibile in questa occasione, lasciare soli gli alleati americani per questa impresa. Sarebbe un atteggiamento contrario a tutti i principi su cui si sono fondati il riscatto e la ricostruzione del nostro paese negli ultimi cinquant'anni.
Il Governo è attivamente impegnato nell'opera di cucitura di un orientamento comune dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica. Una forte risposta militare e di intelligence è necessaria, ma deve essere accompagnata da un'iniziativa politica altrettanto e forse ancora più forte.
I focolai di disperazione, in particolare quelli mediorientali, devono essere spenti con un'iniziativa di pace fondata sul discrimine contro ogni tipo di violenza e contro ogni pretesa che neghi le ragioni e il diritto all'esistenza degli altri popoli
(Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, di Alleanza nazionale, del CCD-CDU Biancofiore e della Lega nord Padania).
Le aree di crisi più calde, dal Pakistan a tutto il settore del Caucaso, dall'Afghanistan all'Iraq, devono essere sottoposte ad un controllo efficace e ad una pressione che siano in grado di interdire ogni nuova tentazione terroristica.
L'Italia può proporsi come interlocutore serio e coerente su una strada lunga, dolorosa e difficile che però non prevede scorciatoie. Il nostro paese è oggi in grado di lavorare attivamente per la pace e per la sicurezza nel mondo. L'amministrazione americana e le cancellerie europee sanno - e sono già stati presi, come vi ho detto, i primi contatti - che siamo disponibili, se sarà giudicato necessario, a coordinare una nuova sessione del G8, di cui abbiamo la presidenza sino alla fine dell'anno, per definire al massimo livello l'agenda della risposta da dare ai nemici dell'umanità. In quella, o in altra sede, un progetto serio ed impegnativo per la difesa dell'ordine mondiale dovrà essere definito ed attuato. Noi ci consideriamo, con serena fermezza, in prima linea. Vi ringrazio
(Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia, dei Democratici di sinistra-l'Ulivo, di Alleanza nazionale, della Margherita, DL-l'Ulivo, del CCD-CDU Biancofiore, della Lega nord Padania, Misto-Comunisti italiani, misto-Socialisti democratici italiani, misto-Verdi-l'Ulivo, misto-Minoranze linguistiche e misto-Nuovo PSI).
Presidente della Camera: Ringrazio il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Berlusconi. [...]
Note
- ↑ Il Presidente della Camera dei deputati Pier Ferdinando Casini.
- ↑ Il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi.