Intorno ad alcuni avanzamenti della fisica in Italia nei secoli XVI e XVII/Addizione/III

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Addizione - II
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III.

Della Taumatologia di Gio. Battista de la Porta napolitano.

della prospettiva - libro primo1.

Nel frontespitio della mia taumatologia s’appresenta la prospettiva, non trovandosi nelle matematiche scienze che partorisca più stupendi e meravigliosi effetti. E se nelle naturali esperienze si trovano le meraviglie, qui si veggono i stupori, e tanto i matematici secreti avanzano i naturali, quanto le demonstrationi avanzano l’opinioni. I naturali si provano con l’esperienze, i matematici si scorgono con le linee, e più si crede a quello che si dimostra, che a quello che con le mani s’opera, o che con gli occhi si guarda. E più dentro vi si ritrova che promettano nella fronte, et oprandosi con diligenza avanzano di gran lunga le promesse loro. Qui non metalli, gioie o herbe si ricercano, non fuochi o diligenza d’operanti mani, ma gli effetti vengono dalle forme de’ specchi, [p. 45 modifica]che dalle punte de’ compassi si formano. Vegnamo all’esperienze.

Come si formi un occhial di cristallo col quale si possa leggere una lettera ordinaria 50 passi lontano e conosciere un huomo dieci miglia, che se l’occhio dell’uomo potesse capir tanta luce, lo potrebbe conoscere cento e più miglia. Stimo che con questo occhial Tolomeo sopra la torre del Faro vedeva le navi che venivano 800 miglia lontane2. Questo hò nascosto nella mia magia naturale al libro 17 cap. 9.

Il telescopio, cioè quello istrumento cavo con due lenti cristalline si vede 30 e 40 miglia lontano da me ritrovato e scritto nella mia magia nel medesimo libro a cap. 10 e da molti Fiammenghi o altri attribuito, chè l’ho fatto vedere a quanti forastieri venivano à mia casa non curandolo per la magior invention che segue.

Come con quell’occhiali prima descritti s’accomodino nel telescopio e si vegga di lontano millecuplatamente, e che avanzi ogni meraviglia.

Come con un picciolo specchio per riflessione si possa brusciare in infinito, liquefar metalli, e cagionar ogni grande incendio, e questo avanza tutti i stupori e le grandezze della prospettiva. E se lo [p. 46 modifica]specchio parabolico d’Archimede che brusciò le navi di romani nel porto di Siracusa, e quel di Proclo scritto nelle greche historie col quale Anastasio brusciò le navi di Vitagliano in Tracia a guisa di folgori celesti han pieno il mondo di tanto rumore, che deve far questo, che la quinta essenza degli spiriti di Archimede, Proclo, Apollonio, e di quanti perspettivi furo al mondo, non giongono alla millesima parte di questa inventione! Nascosto nella mia natural magia al sopra detto libro al 17 capo indissifrabile3.

Come il medesimo far si possa per refractione, e di molti, e molti altri modi.

Come per la reflessione, e refrattione gionte insieme in un corpo brusciar si possa mirabilmente di lontano.

Come un specchio immobile opposto al sole, brusci tutto il giorno in un medesimo ponto al variar del sole.

Come sopra una tavola si veda un bacil pieno di scudi o frutti, e che volendogli toccare, nulla si tocchi. E se in tutte l’apparenze di reflessioni si vede l’immagine in una superficie dove il cateto sega la linea dell’incidenza, e al variar dell’occhio viene a variarsi, questa sta ferma, nè al variar dell’occhio si muove punto.

Come le cose illuminate dal sole in una campagna, si veggano sopra una tavola bianca dentro una camera oscura dritte e chiare e molto lontane dal [p. 47 modifica]buco, dove si fa la visione, e si conoscano le persone, altro di quello scritto nella mia natural magia.

Come all’oscuro si veda sopra una carta bianca il ritratto d’una persona naturalissima che rida e parli e s’odi la voce.

Come con i raggi del sole si mandino le lettere a leggere molto lontane.

Come accendendosi un lume in una camera oscura, si veggano correr per le mura molti serpenti, ma non nel modo scritto da Alberto, et altri bugiardi.

Come in una carraffa piena d’acqua si veggano le persone desiderate, senza che ’l riguardante s’accorga mai dell’inganno della vista.

Come si facci un occhial coverto da dietro, che posto dinanzi l’occhio, vegga quello che sta dietro al coverto.

Un scudo ch’occechi per riflesso del sole chi combatte contro di lui.




Benchè finora inedita, la Taumatologia fu conosciuta e letta da illustri fisici del secolo XVII. Narra infatti il P. Schott che mentr’egli dimorava in Roma il suo maestro P. Atanasio Kircher aveva avuto in prestito da Cassiano dal Pozzo un’opera di Gio. Battista della Porta scritta in lingua italiana e piena di cose assai curiose. Soggiunge che in questo libro l’autore diceva di avere inventato il telescopio, e datone la descrizione nel capo 10 del libro 17 della Magia naturale4.

[p. 48 modifica]L’autografo della Taumatologia trovasi unito ad altri scritti inediti del Porta nel mss. 931 della biblioteca Albani di Roma. Una copia della stessa opera esiste nel manoscritto 190 della biblioteca della scuola di medicina di Montpellier, intitolato: Opere inedite di Gio. Battista della Porta, e citato dal sig. Libri5 come uno de’ più curiosi che ivi siano. Esso era il 930 della biblioteca Albani, dalla quale, unitamente a molte altre importanti scritture, fu trasportato in quella di Montpellier.


Estratto dal Giornale Arcadico

Tom. CIX, 1846.

Note

  1. È quasi superfluo l’avvertire, che non s’intende di approvare tutte le espressioni ed asserzioni che trovansi in questo libro.
  2. Molti autori scrissero, che uno de’ re Tolomei d’Egitto avesse collocato sopra una torre costruita sul faro d’Alessandria uno specchio per vedere a gran distanza le navi (Libri, Hist. des sc. math. en Italie T. I, p. 221). Il Porta, a cui una tal tradizione era ben nota (Mag. nat. proem. ad lib. XVII), mostrossi nella sua Magia naturale (Lib. XVII, cap. XI) inclinato a credere che non con uno specchio, ma con una lente Tolomeo vedesse le navi alla distanza di 600 miglia. Tale opinione qui chiaramente manifesta, ove, forse per inavvertenza, scrisse 800 in vece di 600.
  3. Nel citato capitolo è indicato molto oscuramente il modo di formare uno specchio parabolico che bruci ad infinita distanza. Il P. Schott (Magia universalis, tom. I, p. 402 e seg.) procurò di spiegare con lungo comento la misteriosa descrizione che il Porta dà di un tale artificio.
  4. Schott, Magia universalis naturae et artis, tom. I, pag. 492. Herbipoli MDCLVII.
  5. Iournal des savants, année 1841, pag. 551.