Il cavallarizzo/Libro 1/Capitolo 14
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Cap. 14. Del pel sauro.
I cavalli sauri riceveno il colore dall’humore della colera predominante. Il quale humore per essere aere assai, & ardente simile al fuoco (al quale elemento s’assomiglia) fa il cavallo presto, ardito, pronto & più tosto d’apparenti, che di vere forze. Et tanto più è migliore il sauro quanto ha miglior mistura, & temperamento d’altri humori. Et però quelli, che hanno per temperamento, & mistura l’humor sanguigno, che è humor più abondante & dolce de gl’altri, & pò mitigare la siccità & acrezza della colera, sono di tutti gl’altri sauri molto migliori. Onde i sauri brusiati ò metallini, come dicono, sono tra i migliori mantelli; perche sono composti di humor colerico ben decotto; & temperato da humor sanguigno. Questi tai sauri da lo Spagnolo sono detti alanzan tostádi. Alli quali danno anco il proverbio molto honorato & conveniente; & è questo, Alazan tostado antesinuerto que cansado. Ma li sauri chiari, perche sono composti di humor colerico non ben decotto, & non condotto alla perfettione, non sono di tal bontà, quale sono li sauri brusiati, & scuri. Ma l’uno, & l’altro per l’humor colerico predominante, è, superbo, communemente, sdegnoso, & saltatore, & presto per il dominio che è in loro della colera accesa, quasi sempre; & sono di natura nobile. Il perche questi tai cavalli si deveno vincere più con la patientia & piacevolezza, che con l’asprezza. Del sauro lavato, & massime ne’ fianchi, & nelle altre parti, che dissemo del baio, & zaino, non dirò altro rimettendomene à quanto ne fu detto nelle istesse lavatezze di sopra. Mi meraviglio molto che alcuni habbino scritto, che i sauri, perche hanno similitudine, & metafora, così dicono loro, con la Salamandra, che saura si dice da i Greci, sono per questo detti sauri, conciosia che ne tal mantello abbi somiglianza alcuna col colore della Salamandra; ne meno saura si dica in Greco, ma salamandra, la quale è un animaletto piccolo à quisa di lacerta con stelle per il dosso; potrebbe ben’essere che meglio havesseno detto se da questo animaletto lacerta havessino tolto il nome, percioche lacerta in Latino di dice saura. Ma non però ne anco questa ha il colore, che noi habbiamo deto sauro. Et vogliono ancora, che il sauro brusiato non debba havere ne stella, ne sfasciatura ne beve in bianco, & ne balzana per esser bono, provando questo con alcune loro ragioni, le quali io tralascio, come non necessarie. Ma dico bene, che se nel rosso quel nero admisto, che dimostra cotal sauro, è segno evidente di grande addustione, che la ragion vorrebbe che più questo che il sauro dorato fosse segnato da flemma nelle parti ordinarie, & consuete, & non come vogliono loro, che sia il dorato il quale non essendo in tanta addustione, non ha manco tanto di bisogno di tanti segnali. Et notate ch’io non dico, che non se gli richieghino, ma che non tanto quanto al metallino, li quai sauri dorati secondo loro sono saltatori dispostissimi, & bizzarri, per trovarsi sotto il genio del Sole; così dicono loro; & dicono che Eutho destriero di tal manto fu collocato nel numero de gl’altri cavalli à tirar il carro del Sole. Hor come quadri quel genio, & questo Eutho lascio giudicare à chi sà: io per me non trovo scritto da nessuno auttore approvato, che cavallo alcuno del Sole si chiamasse Eutho, ma si bene il primo Piroo. Il secondo Eoo, del quale dissemo di sopra. Il terzo Ethon, & il quarto Flegonte, benche Marciale vogli che Xantho fusse in questo numero, quando dise Iam Xanthus, & Athon frena volunt. Questi quattro cavalli sia come si voglia, non hanno nel numero Euto. Et quantunque fusseno di color aureo tutti quattro, nondimeno à Piroo s’attribuisce il color rosso, ad Eoo il candido, ad Ethon il coruscante, & à Flegonte il color, che negreggia; & latinamente Flegonte si interpetra infiammato, Ethone ardente. Phiroo ignito, & Eoo lucifero; & questo basti.