Capitolo XXII

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CAPITOLO XXII.


De’ travagli, che hanno sofferto, e soffrono tuttavia i Missionarj per cagione dell’Invidia altrui.


M
A questi progressi cesserano, e si verrà anche a perdere 1’ acquistato , se la divina clemenza, siccome ha fatto finora, non «continua a reprimerev-non dirà’ 1© dicerie, ci»- quelle 7 montano'-A Apoco,• ma ì mqii ufizj e le inifidittdi

Chi non mira;'di buon’ occhio quelli pii (làmi prò. pagatoti del Vangelo nell’ America Meridiohrie . E chi .fon quelli nemici della gloria-di Dio * e. della. Compagnia di;GesùT.Non già Infedeli; non già. Ératiptj/'ma'lzleBBf ^^te'fteffio(lAtfoli«*y cioè .qàegl/ftéffi, de’ «qtaali s’.è ‘ parlata più volte ne’. Capitali, antecedenti , .gente intènta foloait propri, tempcgai/cornpdi : e guadagni, -e-cbe fòt-* le 'Amerebbe* Qiiftiasoi tutti i ■ "Popoli t dell' Indio Ocadefttali „ rea, : fiòlamenaté per cavarne ' utile 4 cqnje fi ;fà.:df»tìe!beftiet da. fornai e per: farne del miferabili) Sehfevi propri,, «iiàon già de’ fedeli Sudditi. aliaGorona/sbò Spagna/ Pertanto gran tempo'è, .che quèfti «sali- joadnoi fpacciando raoq folamenie totì Pérùi e & altrèi parti, dell’ America , ìn ìfpa^ia'ed Italia., .c,hé i.PP* Gefuiti per, s foro proprio intere fife hannojfpndate tante. ridqeìopfadi,Criftiani. nel Paraguai ,é le van; fritto. di,.aumentando* Ch’età fani.qnidi.da Principi-,■ Qhe jL'SOJ^nerxJo del, .Paraguai ì yuai fi tutto in rdàm fi'.tffi i t i sh'e. nmno profitta ì fe non qu&ttAXlàt piaceliEfftr' eglino shrtcohii'po* tenti, trite- fra'qualcheLanno . non 'fi- potrà , lórb refih fier?.. Aver'egli ito.già Volte fatto de porre gii :Ufk ztali , de’ qwtlf exanopoto foadhfatti .eftàctme efji Pariti. * N boa. [p. 194 modifica]hanno fta poter donare, fanne anche molto fette, ag- girar'4 fòt’infetto i Q&oerpatbU ltirg/1 ESfehver eglino convertiti gl’ Indiani , loro pcrfuàdono , nul- 4a eflère più caro a. Bio * ift& di JMerkgfi j fuai fe- ni, e.di fecondar ìóajtledtfatifm*tijfùofo*orù , che conftfte in fabbricargli delle Chtefe, e in adornargli ÀÒarij.. Dover’affi perciò portar lino le rendite ■ delle terre j. e,pagar, lano deà tributi, Se gl'indiani vanno alla caccia-, tutto per gli. Geftdtò, a quali cenfe- •gndno anche il meglio dille latto rendita r '-t (penalmente flirta del Paragoni, ehi è aenaddte più tanfi - derabili . qtttflo bafiàr. 'Portane loro ancora attedi’ .oro , che raccolgono dalli lavine dell* aequa fiaccata dalle montagne., t ch'affi cannato dalle Miniere di Calcbacot, e nell’ Uraguai : Qqtfle fon le dicerie, che il predetto Franoefoo Corea! ( probabilmente non Spagnuoto ; o fe Spagna ©lo, 'non Fedele Cattolico » xme i (boi Nazionali ) di' egli fparge-de’AiqìV faggi, non già per fode notizie cfee ne aveffe , perch' egli non pteeMÒ-tiàm- «tai nel Paraguai ; itut fedamente per» onaksheve- lenofa Jelawon di colorò , che fi ftkfjtttìó d’cf- fère nemici.de’GeCuiti, ed ancbewpm belle azioni e. virtù d’eflì fanno convertire in lór blafimo par la . malignità decolori , co’qtìali Io dipingono*

Ora egli è da dire, che per quello -Che concerne le Miflioni del -Paraguai -(/«he ài quel paefe, e non d’ahro, poflp k» rendere Conto , ) quelle fon tutte mere calunnie, èdinveneionide- teftabili dell’ invidia ; e deHa malevolenza aStrni. Già s’4 veduto, come fieno fondate, come governate quell?- Riduzioni » Qpefto foto ballar dovrebbe per confondere tutte le fuddewevoei, ed annichilare fà fognata autorità Principefca , che vieti ivi attribuita a iPP.delfe Cptnpagnia,-Che in 'Ogni Riduzione X convito ripeterlo ) tanto-il [p. 195 modifica]Regio.Correttore, che boi chiamiamo ilPodellàj àmmihiftri a nomò dèi Ré la Giùftizia , «juAnto gli altri Itìdiahi lutti .dipendano dii Regio do* vernatole delia Provincia; è più.chè certo ; Però bitta figuri «òri fatino ivi iMiflioriàrj; che quella di Pàtròchi; é però dori pofloho regolarmente più di quel, ché polla uri, .Pàfrocd delle rioftre Ville è Caftelia; Quanto, all’iritétefle; mani fella tofà è, ché gl’indiani niùn tributo; niunà decitala , ninna primizia pagano à i Miflionarj; iquaa lidal Sùpèntìté delle Miflioni. , Deputato dal iPtoTitìCiilé Alla curi è al legolaqàento gérierale d* ogni Miffioné, fon provveduti, del bifognevo- le colia limofina àriiiuale ; (labilità dalla Pietà de'Monarchi Cattolici ; nori meri che fe fodero in uri Collègio ; noti' tenendo effi a lor difpofi* siòne fenza licenza de’Superiori; né pure uri Giù*1 lio: Ciò; che loro' fopravahza di aliriieriti, tutto s’impiega in fOcc’orfò de’poveri Indiani Nè qnéfti pagano uri lòldo, per Battolimi ; Matrimoni; fiinerali. È non foiaménté il, Superiore fud- detto fotarhiniftta ri T Miflioriatj f occorra)te vit* to e“ veftito, ina eziandio loro iriyid . molte di quelle minùzie , che qué’ novelli Criftiani fom* riiamente gradifcono ; perchè riòri poflqrio prò* cacciarcele fe riori a . prèzzo eccellivo rirflé. lori*' tatù dime Città de gli Spagnuoli; come fofhicet* te,- coltellini; ami; aghi.da cucire, Medaglie ed Ifmriagini facre. Nelle Lettere ; che dopo éflerè giunto £ Buenos. Ayres ; è pofciri alia Riduzione ; a crii, fu" dettiriatò andava fcriveridoì il P; Gaetano Cattaneo, al Signor Gtùfeppé fuò Fra* tellòegli non rifinàva mai- di pregatici , che èri* leffe mandargli al Paraguai non folo dellefùddet- - te iriiimziè, pia aflailfime altre cofe d’Europa del-* le quàlì abbifognaoòqtUfcfedut i Principi in que’ré* , ti i trio* [p. 196 modifica]tnotiffiriir romitaggi :• quali' tUttOnulIadimerio da difpenfare ■ a que^poveri’abì tanti. Ed allorché granfe' a. Modena 1 avvifo defla'di Ibi motte , fegliita nel dì 28 d’Àgofto nel i73j-nèllaRidu- alone di' S.; Rofa, da che egli s’era infernlatp in affiftere ad un' efercito di 'lei mila Indiani Fedeli , accampati preffo di qtìella di S.‘ Ignazio ppr utl’imprela di gloria di.Dioe di buon ferVigio del Re: teneva il fuddetto fuo Fratello all’ordino un grati baule d‘effi,"regali per incammina tlo alla volt» di Cadice.- '.fl’

Quanto all’orò', che fi vorrebbe far; Crédere portato da gl’Indiani a i Miffionarj, quéfta è. parimente manifefta bugìa. Miniere àt’Ùràguai non' fi1 fa che vi fieno; ‘o fe vi fono, nitido'V’attende. Non fi può dire, quanti fogni faccid l’avidità de gli Europei fopra' qué’ barbarici pàe- fi. Ogni montagna che veggono, fe la figurano gravida d’oro, Rafia-leggère il Corea! pèrve'dè-' re una liftai di Miniere efiftetìti nél Pkirzigùai / ma fenza che alcun n’ abbia finora tiratdun grano d’aro. Vegga fila Relation d-Jla Guana , paefe’dove finora ni uno è penetrato,* pur vili fognano cafe e palazzi ratti pieni di' VSjfi 3* Oro e d’argento. Se Minieré d’oro fi fcoprilTero, é s’apriflfero nelle parti del'Paraguai, farebbe, finita là felicità temporale fopra da me' defcritta di que’ Buòni Indiani« ’ Volerebbono toftò colà gli' avidi Spagnuoli,-e facendo Valere l'inttereffépro- pio col. pretefto di quello del Re, metterebbo- no in ifcompiglio tutte quelle Criftiane' Popolazioni ; Ciò appunto, che principalmente le ha difefe finora, e tuttavia le difende, è fiata, ed èrta, fletta lor povertà. E pure non^fono mai mancate perfecpziont, àccufe , ed enormi calùn-i pie cx?ntra di que* piiffimi Miffionarj, pattate fi*

  • c a - no [p. 197 modifica].no alla Corte di Madrid. Veniva questa guerra

da coloro, de’ quali abbiam già parlato altro- ve, cioè da chi non sapea sofferire, che quei ze- lanti Servi di Dio vigorosamente si opponessero a chiunque avrebbe voluto ridurre in ischiavi- tù, o angariare i poveri Indiani, senza riguardo alle severe ordinazioni de i Re Cattolici di non fare . Schiavo alcun’ indiano ; e infieme a chiunque anfava-per ottener’elfi e le terre loro in Commenda, come fuccede in alcune parti del Tucu- man, ed altrove»: quando 1 Monarchi di Spagna hannp «dentati da sì fatto-aggravio, edinfoffri.bil giogo quegl’indiani, che fpontaneanitente fi fon ottopodi alla lor fovranita, e alle -Leggi foavì del Sànto Vangelo- Quefta indulgenza, sì conveniente non meno qll*Equità, che alla Pietà de i Re delle Spagne, non la fan digerir coloro, che pattano all’America tutti vogliofi-d'oro, e di grandi fortune; e però non hàn ceflato in addiètro di muovere tem pelle, contro le Riduzioni© governate da i Gefuiti, ftudiandofi per di? ritto e per tra verfo, fe potevano, di fcacciarli di là, affinchè.differii i Pallori, facile poi loro riufcifle d’entrare in quegli ovili, e di efercitar- vi difpoticamente le confuete angherie, fenza che alcuno reclamaflè più contra dì loro. Ma Che/ Tante calunnie, diffenlinate da etti fin tra gli E— * retici, ad. altro non han fervito in addietro, fe: non a rendere più palefe la verità, e l’impun- tabil condotta, e il difintereffe de’ Miffionarj ,’ per mezzo delle molte vifite delle Riduzioni , proccurate e.richiede da effi, e fatte da f Vefcovi , e da i Governatori delle Provincie, i quali han più volt? giuridicamente efaminate forni- glianti accufe, figlie delia malignità e dell* invidia, e trovato tutto l’oppofto. Ne elidono N 3 gli [p. 198 modifica]pii Atti autentici ne‘ Tribunali, di Buenos'Ayrett, p dell’ Affunzione, e rniovaqfi jn Madrid le Lee- fere ài q Re’Prelati e Miqiftri Regj ia lode delle Apoftolicbe fatiche' de’ Miflionarj, e del- fajpgica loro governo eoa profitto ed accrefcimeqto -tema» pre maggiore della Corona. E pure noti-mai-pace, e (blamente tregua c’è (fata finora. In quelli ultimi tempi ancor© lì fufeitò un nuovotur- bine, di cui tengo particojar conoscenza.

Cioè nell* Arò* US 5- venne alla notizia da' Gefuifi del Paraguai un’ Informazione fin l’Anno 1730. invjata ©1 Re Cattolico da Dpp Martino de Barùa Governatore del Paraguai, di cui (ì videro correre yarie copie in Buenos Ayres, e probabilmente anche in Jfpagy, cmofta in pregiudizio de gl’ndiani Criftiani del Pgragaai, % quali fi dicevano ben Sudditi delia Monarchia Spagnpola, ma pecorelle, le quali non rendevano né latte nè lana al Principe; e (pendere più. la Corona di quel che ne fjcayafle j p che per confeguente conveniva mptare fegiflyo Con pc- crefcere il tributo de’med©fimi , mettere al Toro governo Correttori Spagnuoli, e ordinare che lotte libero ij commerzio e traffico d'effi ritta- ili cop gli fteffi Spagnuoli « Cònt©neva in oltre quella Infqrmazipne, ficcome fattura dì un aperto nemico de’Padri della Compagnia, il quale E ima del 173?. avea anche per du© volto vio» H temente cacciato glj ftdfi Gefuiti dal-loro Collegio del Paraguai, dove poi per ordine del Re erano (tati rimeftì ; conteneva , dico , varie indegne calunni© con tra de’ medefimi,. quaGchè eglino, e- non già il Re, foflero Padroni (di quelle contrade . Qpivi in Comma fi truovanta ripetute quali tutte ' 1’ infol©oze ed accufe , che gpbiajm veduto di fopra fjpacciate dal Corcai , [p. 199 modifica]il quale le dovette 'bere nel fuo paffaggib per Buenos Ayres fin TAhnó 'iépo! dalla bocca di qualche malignoe inVirfiofo del bène altrui ‘. Non è mancata, nèmànea ntìfi nette Corri de i Ré, e de » Principi la razza di quegli Alchì- Hrifti , che mfegnano a ;far Tota/non già col difficile, ariri- itopoffibllC mezzo del Lapis Philo- fophoram, ma col faciliffimo di aumentare gli aggravj addotto à I Popoii.Sperava anche il Bafùa Ceri fomigliante inìqua zelo df'fatlr Odore e merito alla Gorre. Ma ricoperta la1 mina . il P. Jactpo Aguilar' della Compagnia ' di Gesù Provinciale del- Paraguai ftefe ed inviò' al Re una fìipplica bin concepura , Con jcui fi ftudiò tfi ’diftroggere'le varie calunnie adoperate dal Barila, e di tar conófoere non meno l ancttatez- za- de?fftta Refigiófi , che 1* iniquità dè’eqbfigll dati da'quél pòco buòn Criltianb alla Corte , tendenti adii foib a precludere 1’ adito a guadagnar nuovi jlndiani alla Religione di Crifto , ma eziandio a far perdere tutti i già acqdifta- ti. Una copia- Rampata d’ étto Memoriale in Madrid» la debbo iq all’onorato e generofo Principe ©tal Gaetabo Bòneompagno Duca di . fiora, e Maggiordòmo' Maggiore della Maéfià del Re delle dtie -SierKefo ri'quale avendo ereditai ■ ta da i ftìòì Maggióri 'Una' particolari àffezidnè a i padri drila Compagnia ,' menrie fi' trovava Ambafciatore dpi fito Re alla Córte del Re Cattolico; fe la procacciò, éd impiegò ancora il fuò gattoemib per impetrar la pace alle Miffioni del Pataguai. ‘

NellTrifórmazìone fuddetra s’incontravano delle contfadizioni. Ora pretendeva il Batùa , che gl'indiani delle Riduzioni del : Paraguai'non follerò tributàri: ora accordava, chepàgattero il tri- N 4 buco [p. 200 modifica].fono, mà noi) già fecondò il o«jqi£te fot gliabi^ ‘fonti ; proporzioni fifrt©fa^irtenifl'ibfentoriale, ejTèpdo certo/i'ì loro pagamento ,ip tufei gii »a- u gaffìetró;, da ©he nùUrAnqo i6é5.fi.cpniuoro- ejòVad importarefo. tributo a gl'indiani Chri- ^laijì, del Pàragnaj , fenza ppterfi fqpfafe V ìnfor- ipaptf ,,;che moflrày^^di nqn Sapere Je,.efanzioat | accordate f, .gónfermate ; ;tf róe/volfe ■ dalia.,Pietà jdèyA^garcfo jCattoIid alfa Pqpne, .a.Gjoyanifi- no^ ì^vepuapni, ^ cfopaflava l’annqciqqdan- tefono, aj ;fua.)età.J,OiItre.di che. pe£ pagro’nuche in danari TI tributo, Iqrp. injfjpfto (, giacché (fon j^gono^pè oro, .ne argento,.raijae ) convien ^onaforfi i, jor fnaturaìi ,cori viaggio fli, lèceqto e PÌS ,# ventandoli ricavano jOfcptrente danaro -per feNtasfape,»! triforcò. Qyantjo pòfcia _alfo propofiziqpe (fora Adoppiar’il tributo,pa lì innanzi a que’ poveri Indiani con qbbligarlii a pagate in vec? d’ ©no due Te- fi fo %ui',J é di dar fòro iiitf Correttore,Spagnuo- lo !' còrne « fa Cpq akri1 ìndiàpt, fot/opofti alle Qittà Sp^ghuole: li rifponde, paflar gran di fierezza ftà al’IniJiajM fp|igìp'gafi colmarmi,; e gl’ 2»d*^oi j^lfa Riduzioni, i-qugli fpontapeamen- tajP%ifa (incredibili diligenze, e fatfahe «fa’ Gè-• jfniu ^ve^np abbracciata, la. Religion Criftiana, ©"aerano fugget^ti ajla Corona di Spagna colle, condizioni di godere- lo fiato djRejmbblica, di’ eleggere i lorq Ufiziaji,, e, dipagprdi tribuno un iolo Tefo. Un’ingiuftizia farebbe jl tentare, ofa/di. mutare il foi; góyrono, |é-. p accrdTcere I i lor carichi. £ tantò più pèréhè eflìTndiani.fon I tenuti afervire il Rq 10 guerre , in fortificazioni delle Cifra. Spagnùole, in fondar Fortezze, e 10 altre, occàfioni.di feryigio della Maeftà fifa: 11 eh© (utto effi. fanno a proprie loro fpefe, yo[p. 201 modifica]glio dire ale fpefe della Comunità: cofa degan di molta oflèrvazione per confondere l’infaziabi- lità del "Miniftró. Regio, e maggiormenteja evidente calunnia «di Ini, allorché dice che quegl’ Indiani. non riconojcono per lor fupertori, fe /ton ò “Provinciali e Curati Gefuiti: quando ognun fa, qual’ ubbidienza rendano que’ Popoli a i Re» Governatori, ài Viceré, a i Vefcovi, e ad aU tri foro Miniftri. Al menomo ordine ( cori è fcrit- to. nel Memoriale ) infinuazione, e lettera de’Governatori di V. M. fi veggonno frcpolofamente ufeir delle lor Terre, abbandonando le lor cafe » mogli e figli, i due, tre, i quattroe J fet mila Indiani , tutti con far fi le fpefe del proprie^, con armi a cavalcature proprie, fe ne hpnm, o pure a piè ; C que fio con 'allegria j e per camminare le ft cento, f novecento migta e ciò per patire, combattere, t morire per V. M. e que fio fenza alcun foldo c fii- pendio : fervigio, che niun Va/fallo del Mondo fuoi fare al Juo Signore. E pur fi, dice., che quefti Indiani non riconofcone fe non i lotVrqvincialie Varrochì. Fanno anche talvolta i Governatori la vi- fita delle Riduzioni, e traevano ivi tutta la.mag* giore ubbidienza ; vanno parimente ogni anno gli Ufiziali di quelle ptcciole Repubbliche a prefen- tarfi a i Governatori, per ottener Ja conferma de* loro Ufizj. Viene il inai talento di .molti fra gli Spagnuoli, perchè vorrebbono, *fc gl'Indiani profeffafferò vaffallaggiò, ; feruità, 'e riverenza non. foto a V. M. ma a cadauno ancora d'effi in particolare, ed anche a i lor fervi e fihiavt ,* di manicta che quantunque uno fta mezzo Spagnuo- lo o Meftizzo, o tenga tre quarti A' Indiano , fe uno Indiano delle Riduzioni non fe gli umilia, e non fa ciò che gli cade in capriccio : tefio fi fcatena centra del panerò Indiano, chiamandolo un Barbaro, un mal[p. 202 modifica]malcreato , che non rìfpctta lo Spagnuolo, che itera è Vaffollo del Re, ©è riconejce alcuno, fuorché il fica Curato,1 . -y'

Per altro confetta il Barò*, che yolenctefi mettere nn Correttore Spagnuoio alla ietta di quegl* Indiani, li va a pericolo di un’ammutinamento, con aggwgnere infolentiffimameote, thè gli Jltffi Miffionarj li ài/parranno ad atmnutmarfi , e rivoltar/ , quafichè ri faggi, ’e itCriffiani Rdtgiofi , Biffano mai giugnere a tal tradimento verfó io , e vérfo jl Re , e pattare -per defiderio di vendetta a godete, che que* loro figli fpirituali lòmino alle felve, all’Idolatria, e alla brutalità con gli altri Infedeli, Per altro accordail P, Agui* jar, effere facile , che alla mutazion del governo fucceda la ribellione , perchè troppi efempli fene fon veduti nelle Città dell’Attrazione, Villa Ricca, Corrientes, Santa Fè, e in quali tut- - ti gli altri Luoghi, di quelle Provincie, dove per aver gli Spagnuoli* voluto caricar tròppo, o conculcar gl’ Indiani convertiti alla Fede, oltre al , perderli gli hanno anche convertiti' in tanti nemici, con reftar poi o Taccheggiate, odiftrutte, o almeno bloccate le Città , infettate le Arade, uccifi tanti viandanti, per tarar’ altri' malanni da ciò provenuti. Di qui è proceduto è procede , che tanto paefe , anche in vicinanza delle Città, retta incolto e deferto, nè più fon ficare le ftrgde. £ perciocché il Barùa era di patera , che gl’indiani delle Riduzioni fi a velièro a tra? (portare in vicinanza delle Città, perchè allora fe fi rlbeUaflfero , farebbe ftàto feerie il Aggettarli : fi fa oonofeere la fua balordaggine co ì fuddetti efempli, alcuni de* quali erano anche fre*4 fchi. £ fe non è riufeito a gli Spagnuoli di conquida^ coUa forza tanti paefi abitati da i Barbari nel [p. 203 modifica]Paraguai -, nè di ridurre giammai al dovere gP Indiani ribellati ; e s’elfi mal volentieri, perchè pochi, marciano contrp gl* Infedeli » nè hanno forzi nè maniera di foggiogafji , anzi fpeffo no han ricevuto de)le dure buffe; e memorie : che farebbe poi, fe tante migliaia 4* Indiani delle Riduzioni col rivoltarli andaflero ad unito con gl’ Infedeli, e facefsero tetta contra di que’pochi Spagnuoli f Avrebbe in oltre voluto il fiarùa , co etti Indiani avefsero un libero oommerzio con gli Spagnuoli, cioè che potefsero liberamente da per se vendere le lor frutta è manifatture a chi, t come )or più precelse, Imperocché coftujne da moltiffimi anni e fiato, ed è (tuttavia, che quél* lo , che fopravvanza al bifogno-dcl Pubblico 0 de' particolari, tanto di tela , quanto di tabac- , CO» erba del Paraguai, pelli ec, fi fpediìce a nóme delle Comunità alle Città de gli Spagnuo? lì, lontane le centinaia di miglia, e fi conlegna a i Prpccuxatòri de’Padri Gefuiti, che ne fanno la vendita o permuta cqI maggior polfibil vantaggio, daodo poi conto efattQ di tutto a)le Riduzioni, e mandando ad efse , dopo aver paga, to il tributo , il retto del ricavato in cofe utili O necefsarie a que'Popoli fenza ritenerne un fol- do . U motivo di -operar così, e dì non lafciar fare que’ contratti lenza F affìftenza de’ Proccu- tatprj Addetti , è nato dalla femplicità di que’ buoni Indiani, tante volte provata; imperocché gli accorti Spagnuoli gli hanno ingannati con dar loro, qtitl che vàie uno per dieci, e prendendo da effi ciò che vale venti per uno , tome in alcune toetellq, (or proprie accade tutto dì, perchè l’indiano è povero e ignorante cfel prezzo e del valor delle cofe . Vorrebbpno anche gli Spagnuoli ve* pire pile Riduzioni, e portando alcune bagatel[p. 204 modifica]le di niun conto-, come grani di. vetro * ed altre limili, ch’eglino fteff» chiamano Inganni, fi cambiano .con gran guadagno, da gli Europei 5:0*1 unti altri Barbari dell’ Affa, Affrica, ed'Anaeri* ca fteffa, lafciar, nudi i ferapliciotti Indiani e. le Indiane. E pur troppo, dice il-P. Aguilar,t/* di quegl'indiani, thè rubano qua e là, ancore Ai è fieno muti, t cavalli della Comunità, e talvolta, ancora dilla Chiefa, per dar (e-allo Spagnuelo in cambio delle fuddettt frafeherie. Quefto. è il traffico a fommerzio franco ed aperto, che i Mifiionarj, come Tutori e .Padri .di quefli poveri pupilli, barn proccurato i procurano d'impedire come ■troppo pernieiofo , e perchè credono, che tale fia là volpar tà voftra Reati» £ coloro, che pretendono quefto eommerzio.aperto, generalmente,fon gerite, cheniu- • na cofcìenza o fcrupolo fi farmo d'ibgannare i poveri Indiani, come fe fi trattaffedi beni abbandonati, che fodero del primo occupante* Mail peggio è, che fe fi lafciajje trattar gli Spagnuoli folla fempiici tà di que fia gente, fiamme- pregiudizio ti acchertbbono i loro mali efempli, perchè, tutti cornarj a' buoni coftumi. Oltre ai che feminano delle permeiofe muffirne conerà de’ loro Curatie gl' ingannano per tirarli alle Terre-gli Spagnoli, (vienilo le mogli da i mariti, i figliuoli dai lor padri. E fuccede, che come i paffeggieri in altre parti ru» barn ì cani, così co flato rubano e menano via Indiane, e ragazzi. Voleffe Dio, che di tutto ciò . non aveffimo troppa fperanza. Pet quefli ed altri inconvenienti fu decretato, che paffando Spagnuoli per le Riduzioni, poco vi fi fermino : il dm non è detto per gli Governatori, e Vefcavi, e loro Ufiziali . Anche ultimamente un vbftro Tenente di Dragoni del Tre fidio di Buenos Ayres con quattro faldati, per ordine del vóflro Governatore Dòn Bruno de Zavc- là, [p. 205 modifica]lì, vi- è dimorato per più d'un' anno, andando a tutte le Riduzioni, regi/rondo Parme de gl'indiani,e ìjìruendoli nell'Ufo d’effe per h fpedizione del Paraguai,

Aggiugnè'll P. Aguilar ciò, che tante volte s’è dettodifopta', e più'volte hanno pubblica-: mente colle (lampepubblicato nella fletta Città di Madrid, ©confettato gli fteffi Vefcovi, cioè che' il comrnerzio e la comunicazione de^gUfipa- gnuoli con gl'indiani, è una pelle per queftiùl- rimi, talmente che fe v* ha Nazione di quegl4 Infedeli, che tenga quello commerzioÀ ì quafi rmpofftbile il convertirla, tome la fperierka di tutte quejle Provincie fa manifefió. È lo fperàrè, che nel Paraguai 6 convertano i Payaguàs ; nel Cor- rientts , e Santa' Fè i Charruas, Calchaquis, e A- bipones; in Buenos Ayres, i “Pampa*, e Mima- nes ; in Cordova altri Pampa* ; e in altre parti, dove tengono queflo commento, è fperanza tanto fpallata, quanto la converfion de’Giudei. Appretto aggiugne che avendo i Gefuiti abbandonato i Ci- ’ rtgnani troppo ollioati per Cagion» di quello com- xnerzio, ed attendo pattati a i Ciquiti più lontani , dove s’é radicata e fruttifica la femente E- vangelica, dimandavano que’ Pòpoli, perché tra- lafciati i Grignani, fi follerò volti a loro. Fra Falere ragioni / che adduceva loro il medefimo P. Aguilar pet foddisfafli, diceva, aver Dio fatto eoo loro, come.co i Re Magi sì lontani, e’ illuminati da una lidia, con falciar nelle tene- hre,dell’oftinazioneii vicini Giudei. Abbiam veduto- di fopra, come il Coreal, imboccato da i maligni del fuo tempo,‘parla dell’oro, thè gl’ Indiani portano a i Ruffianarj., i quali predicano a que fi i nuovi convertiti , che non fi aie far conto delle ricchezze, come cagioni della corruzion- del Secolo $ e qugfio femone fi fa fenza dub[p. 206 modifica]Ito all’arrivo iti tributo * Dopo H forinone unG'afttt* ta leva qkefto tributo, e lo fa portati nfltiog&ztcènt della Compagnia . Così qtìello Sfritto* ; ché hà. cieti d'éfsete un’ Erotico maftherato fottoNome di ubo Spsgnùòlù Cattolico . Il fuddetto P. Agul- lar dopo aver’ addotto 1* vere Taglotn di fcooam* mettere il troppo datinolo commerzio propoli O dal Barda, fòggingne ; noti impedirli già qnfefto per occultar la chimera delti Miniere dell'oro , che fu inventata da nemici àntìthi, e intorno olia qtoa* ■ ti fart bàrbOttando ancóra aitimi modèrni t hnpera ciocchi olite alti fquifite diligente fatte, e fonte mt e date Contra s) fitti Cbimerijti da j- Minipii dà Vi M* come mai fi potrebbe occultar il brillar dtiTorò, e in tanta eopia j t per tanti anni ? Non fi occittiÓ già qUtllot che nell' Anno tpjj o* Infoiato dai Torà tòghe fi fu fiottato al Tatagudi da i Topoli Rdjra- guàs, thè fubito torfo pet lentani di tutti, efilafctO Vedere e toecàr qui , ed anche in Europa * E quan* ' do quefta fognati m da per ti non fi fuopriffe , ti dvtebbono Jcoperto tanti SpOgnèoli d'ógni fiato i à Secolari che kttlefiéfiìci , perfine prudenti ed aee ■ (mie , che fono fiati in tutte, o in mólte delti Ri» dazioni: e poj tanti indiani, thè ctìt Balfe, i dtre imbarcazioni, 0 in altre gu tfo, difceAdoiio alti Città Spagnùole, oltre a tanti eentidaja di fugitivi, i - qualt tutti fi dee credere che fieno ben' ejaminoti fti vra quefli punti da i fitibondi dell’oro*, non avreb* bono tjfi fonato ben palrfar quefto figreto ? fcc. '

Patto oltre il Barda* imputando iMiffioaarj,' che profittafferó delle fatiche de gl’indiani, prendendo i raccolti delle lòr terre ; e le Ipr mani- fatture, Bob Altro poi dando effi che la tela per ▼óftirfi . Tdtté sfacciate calùnnie, chiara cofa effendo, fecondòché ho anch’io accennato di fo* pra ; che' delle rendite de’ campi proprj dell’ In[p. 207 modifica]diano, nulla * e. oèpu*e decima o primizia mal fi- paga a i Miffionarj. Quel sì, che fi ricava dalia coltivazione dell* Pofleffion del Comune , o fia AtATuparnhaè * va ne* granai e magazzini del Pubblico 4 ma fai aménte .per compartirlo ed impiegarlo tatto in prò de* particolari , e «fallo fteffo.Gom»ne, fecoadccbé efige il bifogno. Con quelle rendite fi paga il tributo al Re, che fen- xaquefto ripiego da * trafcurati Indiani non il pagherebbe - Si fanno fa fpefe a chi viaggia per fervigio del Pubblico, o milita in fervigli» del ' Re; fi provvede chi ha bifogno d'erba, tabacco, cotone , Cavalli , midi * buoi, vacche, ferramenti, coltelli, armi, o di qualche medicina, e di alquanto di fale; fi mantengono leChiefe, fi foccorrono gl' infermi ,.e fi dà continuamente fa carne a.i Fanciulli dopo le far fatiche„ La calunnia /addetta è antica tdiniqua , dice il P. Aguilar, come, fe i Mijfmatj non imòiegajftro tutto prtcifavuntt nelle /addette.fafeattenti, utili, u neotffariealPubitlico fe ne fervtffeti per proprio ufo, tegola t comoditi, ptt arricchire i Collegi, per gli lòto. Amici 0 Parenti, o per qualche vanità. Dicano co/laro, fe fi è mai veduto alcun Curato /pendere dottimi , ojar cavallerie degne d'nome ricca ■a facoltofo « Andando e/fi.a.i Collegi fio paffandeda am Tapalo all’ altro, fi egli mai offervato, che por* -tino fe non un pajo di /accecete, 0 una.ccfla mediacre per quattro camicie, mantello, e tintatta, * la pwtvifiont pel viìtoì Alla lor morti s'i egli mai travato otto, argento, polizze di mercatanti, crediti,e

  • 0fe fintili P -Óltre poi a varie altre pruovcrdel

loro di finterete, e del l* incorrotto maneggio delle entrate del Pubblico, lì aggiugne, aver (Generali della Compagnia di Gesù incaricato fotto pena di peccato mortale, che aè Particolare 3 nè Superiore, e nè 1 [p. 208 modifica]ó ne pur Iq fteffo Provinciale , poffa cavar da magazzini e fondi del Pubblico cote alcuna , edi- fpórre d'effa fuori del Popolo,- ancorché fi trac- «affé di limoline e d'opere pie; il che-tempre s’é offervato, e fi offerva. -Hanno parimenteordinàto, che-non fi faccia akinv traffico-palliato, nè limofi- ne a i Collegi, la povertà appunto de’ quali fan co nofciuta fa vefare,che in effi non vi a finire il capitale de’poveri ìndiani.Di quefte verità più volte (hanno . data tefrimonianzaal Re i Vcfcovi di quelle farti.

Tralrifcio il rcftò di quelle dicerie e calùnnie, come cofe di minore, aflzi di niuna importanza, baftando ben quefto per far conofcere, di die fia - capace la malignità de gli uomiai, ùllorchè odiano altrui, e come fia pronta l’umana cupidigia a làcrificar la Religione aU’interèffe. In que’ medefimi tempi fi’provava la ribellione d’alcuni Popoli già ridotti alla Fede-di Crifto nel Pa- ■ regnai, originata dall' infaziabilità e fuperbia de gli.Spagnuoli: e pure non mancavano perfidi -Miniitri, che configli©vano' il Re' Cattòlico di maggiormfente aggravar, gli altri Indiani delle Riduzioni: via ficura per perdàre ancora queft’ altre-belle Popolazioni Criltiane, e. per Tempre più accrefcerel’oftinaziohe e l’antipatia de gì’ Indiani felvaggi, con fortificar la petfuafione lo» ro, che gli Spagnuoli. non per altro defiderano di far de i Criftiani, che per terne de gliSchia- I viMa fiecome la Pietà e-da gran tèmpo un pregio (ingoiare di chiunque maneggia !■ lo fceq- tro della Monarchia Spagnuola, tale impreffion fece la Supplica fuddetta nel cuòre del regnante Re Cattolico Filippo V. che quancuùqne foC-' fero contrariati i Gefuiti da quella buon, anima del. Marchefe PaCigno, pure ufcì órdine di fafiffie- re da ogni veffariione vèrte que’buòni Criftiani, I ■j e che t [p. 209 modifica]e che nìuno ofaffe di moleftare i facri lor Pallori: con che finì-tutta la commofla burrafca„ Quello, che abbia da effere ne’ tempi avvenire, Ha blamente fcritto in un Libro!, in ' cui ni uno di noi fa leggere. Egli è nondimeno da pera- re nella protezion di Dio, che non abbia mai da avere tanta forza l’ingordigia umana, che arrivi ad indebolire l’innato zelo de’Cattolici Monarchi per l’aumento della Religione di Crifto , a cui con taote fatiche finora s’è applicata in quelle parti, e tuttavia indefeffamente fi applica la Compagnia di Gesù, fenza rifparmiar’ alle occorrenze il fangue nell’efercizio di tanta Carità.