Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/XIII - S'io vuo' di te cantar, o Diva, s'io
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XIII.
Sonetto sacro, rivolto alla Vergine, Madre di Dio. Esso è qui a suo luogo, data la chiusa dove la Vergine è invocata a «soccorso» dei traviamenti umani, particolarmente dei trascorsi d’amore («per Eva») di cui parla nei sonetti precedenti e seguenti.
L’intrusione di rime d’argomento religioso fra quelle di soggetto amoroso è di consuetudine nei Canzonieri di questo stampo: quello del Petrarca, modello del genere, si conchiude con la Canzone CCCLXVI bellissima, alla Vergine: «Vergine bella che di sol vestita», lauda ed elegia ad un tempo, e «forse — son parole di Tommaso Maculay — il più bell’inno del mondo». Di essa Canzone è qua e là, larvato, il ricordo in questo son. del Bandello.
S’io vuo’ di te cantar, o Diva, s’io
Delle tue grazie il campo mieter voglio,
Se smeraldi, rubini e perle accoglio,
E qualche cosa dir di lor disio;4
Fra quante for ne sceglie il canto mio,
Quando fra mille e mille una ci toglio,
Più bella lode in te trovar non soglio
Che Madre dirti del Figliuol di Dio.8
Quest’una grazia, questo don ti leva
Sovra ogni cosa; che farti maggiore
Non puote Iddio, se Dio non ti faceva.11
Madre dunque di Dio per tant’onore,
Porgi soccorso a noi, che qui per Eva
L’altrui piangiamo, e insieme il nostro errore.14
Note
V. 1. Vuo’, voglio; diva, non nel senso pagano del sostantivo «dea», ma in quello cristiano dell’aggettivo Vergine «divina».
Vv. 3-6. Accoglio, toglio, forme imposte dalla rima per accolgo, tolgo.
V. 8. Va accostato al v. 28 della cit. Canz. del Petrarca: «Del tuo parto gentil figliuola e madre».
V. 9. Una, unica, nel senso di unica al mondo; ti leva, t’innalza.
V. 14. L’altrui, quel d’Adamo, e il nostro, quello che per follia d’amore, 'per Eva, ciascun di noi commette. Reminiscenze vaghe della citata Canzone le parole: Eva, piangiamo, errore; cfr. v. 36: «Che ’l pianto d’Eva in allegrezza torni», e cfr. v. 45: «Il secol pien d’errori oscuri e folti».