Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CXXI - O cameretta, che m'hai fatto degno
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CXXI.
Ha baciato la mano alla Mencia. Ne è esultante.
O cameretta, che m’hai fatto degno
Baciar la man che ’l cor legar mi suole,
E gli occhi vagheggiar, che fanno il sole
4D’invidia discoprirsi e pien di sdegno;
O luogo mio riposto, o caro pegno,
Ove in sì dolci accenti udii parole,
Che sovra l’altre sono accorte e sole,
8E dolce fan d’Amor l’amaro regno;
Chi potrà mai narrar del mio pensiero
L’alte speranze, e ’l vaneggiar sì dolce,
11Se mille volte in ciel egli salìo?
Amor, tu dillo, che ne scorgi il vero,
Che troppa gioia il cor ognor mi molce,
14Poichè ben non ha ’l mondo ugual al mio.
Note
V. 1. O cameretta, quella dove gli fu concesso il baciamano. La mossa è del Petrarca; cfr.: «O cameretta che già fosti un porto», Canz., CCXXXIV, v. 1, motivo ripreso modernamente dal Foscolo nel sonetto «Alla Camera del Petrarca»: «O cameretta, che già in te chiudesti».
V. 5. Riposto, solitario, fuor dagli sguardi indiscreti; caro pegno, d’amore. Si confronti: «Dolce mio caro e prezioso pegno», Petrarca, Canz., CCCXL, v. 1.
V. 4. È il petrarchesco: «Ch’han fatto mille volte invidia al Sole», ivi, CLVI, v. 6, già da noi citato.
V. 8. Amor amaro, allitterazioni ricercate per vezzo stilistico.
V. 14. Amante platonico, il Bandello non vagheggia della Mencia che il sorriso, che il saluto, che l’assenso cordiale; ammesso al baciamano, tocca l’estremo grado della letizia.