Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CXLVIII - Qui nacquer dunque i bei sospiri ardenti

CXLVIII - Qui nacquer dunque i bei sospiri ardenti

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CXLVIII - Qui nacquer dunque i bei sospiri ardenti
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CXLVIII.

Ad Avignone e a Valchiusa. È il devoto d’amore che contempla pensoso quei luoghi e rievoca il dolce romanzo di messer Francesco e della bella Provenzale.


Qui nacquer dunque i bei sospiri ardenti
     D’un vivo lauro sparsi alla fredd’ombra,
     La cui dolcezza ancor mill’alme ingombra:
     4Sì fur soavi i mesti lor accenti.
Qui mille volte i vaghi augelli intenti,
     Quando si schiara il dì, quando s’adombra
     Stettero al canto ch’ogni canto sgombra,
     8Laura gridando tra le frondi i venti.
Di Sorga il fonte crebbe qui sovente
     Al dolce lagrimar del gran poeta,

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     11Che anni trent’uno ardendo stimò poco.
Qui s’assise la Laura, poi qui lieta
     D’un riso fe’ la valle dolcemente:
     14Tal fu di veri amanti il sacro fuoco.

Note

V. 1. Qui, dice, e ripete v. 5, v. 12, quasi non credendo a se stesso, volgendosi intorno a contemplare; dunque, indica la ripresa della interrotta meditazione.

V. 2. Verso fatto di due emistichi petrarcheschi.

V. 4. Soavi e mesti, soavità e mestizia sono le note della poesia idilliaca del cantor di Laura.

V. 8. Gridando, pareva, col loro stormire, gridassero il nome di Laura.

V. 9. Crebbe; cfr. Petrarca, Canzoniere, CCCI, v. 2: «Fiume che spesso del mio pianger cresci».

V. 11. Trent’uno anni. Ricorda spesso il Petrarca via via gli anni della sua dolce servitù d’amore, avendo perfino cura di fissare (CCXII) la data, 1327, e il giorno e l’ora del suo innamoramento: «Mille trecento ventisette a punto | Su l’ora prima il dì sesto d’Aprile | Nel laberinto intrai; nè veggio ond’esca». E dice: «or volge... l’undecimo anno» (LXII), il «quartodecimo» (LXXIX), il «sestodecimo anno» (CXVIII); afferma poi che son trascorsi «dicesett’anni» (CXXII) e infine «vent’uno» (CCCLXIV), che aggiunti a «dieci altri anni» (ivi), trascorsi dopo la morte di Laura (1348), da lui, in lagrime (1358, nell’anniversario) assommano per l’appunto agli «anni trent’uno» di questo luogo del Bandello.

V. 14. Veri amanti, è quello del Petrarca l’imagine — quasi il modello — del perfetto amore consacrato da lui nel verso: «Non vede un simil par d’amanti il sole» (Canz., CCXLV, v. 9).