Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CXCIII - Non perder piú saette, o sommo Giove
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CXCIII.
Descrive con bella ipotiposi un dipinto da lui attribuito a Giulio da Romano: La Storia di Psiche e l’Assalto all’Olimpo nel palazzo del Tè a Mantova, che invece, secondo taluni critici, fu opera non di Giulio, ma di Rinaldo Mantovano su disegni di Giulio. E per essere precisi soggiungeremo che la parte figurativa fu eseguita da Rinaldo, o Rainaldo, che dir si voglia, mentre paesi e montagne, furono operati più tardi da Luca di Faenza e da Fermo da Caravaggio.
Non perder più saette, o sommo Giove,
Ma spegni il tuo furor, ammorza l’ira,
Che di costor, che temi nessun spira,
4Ma di Pittor son opre eccelse, e nove.
State Giganti, a che mostrar più prove
Se contra voi qui Giove non s’adira,
Non folgora, non tuona, o strali tira?
8Mirate ch’egli è pinto, e non si move.
Or ben sì vede quanto può l’ingegno,
E la maestra man del rar Pittore,
11Ove s’inganna l’uomo, e Giove ancora.
Tacciasi Zeusi, e stia Parrasio fora,
Giulio Romano d’altro onor più degno
14Sarà cantato, e più famoso ancora.
Note
V. 3. Spira, respira, vive.
V.8. Mirate, osservate, ch’egli è dipinto, non vivo, benchè vivo paia. Similmente fa Dante nelle sue descrizioni delle rocce intagliate nel Purgatorio; cfr. ad es. Purg., X, passim.
V. 12. Zeusi, Parrasio, pittori greci rivali (sec. V a. C), sono fuori di gara, sono cioè superati; cfr. Petrarca: «Che fe’ non Zeusi o Prasitele o Fidia», Canz., CXXX, v. 10. Giovandogli per un paragone, rammenta Zeusi anche al C. III dei Canti XI.
V. 13. Giulio Romano. La sua andata a Mantova è accertata verso la fine del 1524; cfr. Vasari.
V. 14. E più famoso ancora, sarà il pittore, se celebrato da poeta. Esalta, come farà altrove, la poesia, datrice, o banditrice, di fama agli uomini.