Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CL - Perch'io mi trovi in questa e 'n quella piaggia
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CL.
Errante, lontano, mai non può — ed è già il settimo anno — trovar tregua per l’amore che lo tortura. Siamo, dunque, nel 1522 circa.
Perch’io mi trovi in questa, e ’n quella piaggia
Per valli, e poggi, e per aperti campi,
Per selve e rupi dove i chiari lampi
4Non manda il sol quando più chiaro irraggia,
Tanto fuggir non so che mai tregua aggia
Dal fuoco onde convien ch’ognor avvampi,
Ch’Amor non vuol che mai da lui mi scampi
8Luogo abitato, o parte più selvaggia.
Non vuol Amor ch’io cessi d’arder sempre,
Mercè di que’ begli occhi che mi stanno
11Nel cor sì fissi ch’altro non v’alberga.
E giunto pur mi trovo al settim’anno
Sempre penando in sì diverse tempre;
14Ch’Amor non vuol che l’alma a sperar s’erga.
Note
V. 1. Perch’io, per quanto io; cfr. l’esordio della famosa ballata, che Guido Cavalcanti invia da Sarzana alla sua donna a Firenze: «Perch’i’ no spero di tornar giammai, | Ballatetta, in Toscana, | Va tu leggera e piana».
V. 2. Aperti campi, spaziose pianure, in contrapposto alle valli anguste e ai poggi.
V. 14. S’erga, si drizzi, si volga ad altra speranza.