Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CLXXX - Alma mia fiamma ch'or da me sí lunge
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CLXXX.
Spera che la Mencia lontana sospiri per lui, e brama di far ritorno presso di lei.
Alma mia fiamma ch’or da me sì lunge
Alla mia lontananza forse pensi,
E quei sospiri d’onestate accensi
4Al ciel ne mandi, com’il duol ti punge;
Quando vedrò dov’alle mura aggiunge
D’Ocno il bel Mencio, e sì famoso tiensi,
Ch’ivi prima arsi, e giammai non mi spensi,
8Sì vivo fuoco Amor al cor mi giunge?
Lasso! che raccontando l’ore, e i giorni
Da ch’io dinanzi a te non alsi, ed arsi
11Ho di mia vita lungo spazio corso.
E veggio ambe le tempie già cangiarsi
Bramando indarno il fido mio soccorso,
14Ch’alberga dentro a’ tuoi begli occhi adorni.
Note
V. 6. Ocno, dove il Mincio aggiunge, tocca le mura di Mantova, detta Ocno che fu figlio dell’indovina Manto da cui la città ebbe nome. Per Ocnus e Manto cfr. Virgilio, En., X, 198-99.
V. 11. Lungo spazio, dodici anni già ha specificato al sonetto CLXIX, vv. 1-2.
V. 12. Ambe le tempie, incanutire; cfr. Petrarca in Canzoniere: «Se bianche non son prima ambe le tempie» (LXXXIII, v. 1). «Del fiorir queste innanzi tempo, tempie» (CCX, v. 14).
V. 14. Alberga, il Petrarca dice: «fa nido», Canz., LXXI, v. 7; e Dante: «Negli occhi porta la mia donna amore», Vita Nuova, IX.